ROMA- Un po’ come la catalogna, dove i governi centrali mettono in campo ogni disperato tentativo di fermare l’esercizio della democrazia. Anche in Italia il Viminale sta cercando di mettere il bastone tra le ruote alle regioni del nord che hanno indetto il referendum per le autonomie previsto per il 22 ottobre.
Il ministero dell’Interno ha chiesto alla Regione Veneto che si faccia carico dei 2 milioni e 44mila euro necessari per l’utilizzo della forza pubblica ai seggi. Stessa richiesta anche per la Lombardia, che dovrà versare a Roma 3,5 milioni di euro per il servizio d’ordine. Tutti soldi che le Regione, in base al protocollo sottoscritto per la consultazione, dovrà rimborsare al ministero.
Il referendum veneto sull’autonomia, come quello lombardo, è consultivo: è stato autorizzato dalla Corte Costituzionale e consentirà a Zaia e Maroni di avviare la trattativa con lo Stato sulla domanda di maggiori poteri.
Il problema che ogni tentativo di esercitare il potere della democrazia, come quello del referendum, viene ostacolato dai governi centrali, quando si tratta di togliere allo stesso il potere che esercita sulle autonomie locali.
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