Violenza sulle donne: “Non solo parate, lavoriamo con i fatti seri e concreti tutti i giorni”
ROMA – Detesto la giornata mondiale sulla violenza sulle donne, per il semplice fatto che si riduce a parate inconcludenti semplicemente per ricordare. Per questo motivo ho deciso di anticipare il discorso di due giorni, per non apparire anche io inconcludente.

ROMA – Detesto la giornata mondiale sulla violenza sulle donne, per il semplice fatto che si riduce a parate inconcludenti semplicemente per ricordare. Per questo motivo ho deciso di anticipare il discorso di due giorni, per non apparire anche io inconcludente. Nel 2017 in Italia ci sono stati oltre 82 femminicidi, 8.856 donne vittime di violenza, 1261 casi di stalking. Questi sono ancora numeri da brividi dopo che sono anni che si ricorda la violenza sulle donne in questo giorno. A cosa serve ricordare quando poi i numeri salgono sempre di più? Qualcosa è stato fatto, ma non ha prodotto risultati. Evidentemente quello che è stato fatto non è efficace per eliminare questa piaga sociale. A questi numeri vanno sommate le violenze sessuali sempre in crescente negli ultimi anni: il 21% delle donne italiane, oltre 4,5milioni, li ha subiti nel corso della propria vita. Un milione 157mila li ha sofferti nelle forme più gravi: 653mila donne sono state vittima di stupro, 746mila di tentato stupro. Sono i partner e gli ex i principali autori della violenza di genere per il 13,6% delle donne tra i 16 e 70.
Le donne che uccise per mano dei loro mariti, amanti, fidanzati perché non accettano i loro no, sono un quotidiano bollettino di morte. L’amore non uccide, non violenta, non distrugge l’identità, i desideri, la dignità, perché l’amore è rispetto. Ma queste donne prima di tutto vanno ascoltate. Impariamo a farlo 365 giorni l’anno e non solo in questa giornata. Posso sembrare impopolare, ma non lo sono, impiego molto del mio tempo libero, e non solo, ad ascoltare le sofferenze degli altri, donne comprese.
A volte le violenze partono da situazioni di disagio familiare che nessuno ascolta. Le persone vanno ascoltate e aiutate a farsi ascoltare. Le violenze, però, non hanno estrazioni sociali, esse avvengono anche lì dove non ci sono difficoltà economiche.
Ma alla base di tutto c’è una carenza culturale che colpisce tutti gli strati sociali. Bisogna puntare sulla cultura per evitare che tali tragedie possono essere evitate. Cultura vuol dire far capire che l’umanità ha bisogno di rispetto, e che tutto quello che ci circonda va rispettato. Sono punti cardini per poter uscire dalla carenza affettiva che oggi colpisce giovani e meno giovani. Se accadono queste cose è perché l’umanità ha perso i valori fondanti che hanno stabilito principi cardini per lo sviluppo della vita umana e sociale.
Bisogna entrare nelle scuole e insegnare ai giovani che ci sono dei valori nella vita che vanno rispettati. E questi sono quelli della famiglia, dell’amore, della società, dei beni pubblici, e tutte le altre funzioni e cose che ci circondano quotidianamente. Se non si fa tutto ciò continueremo a parlare di violenza sulle donne solo per riempire una giornata, mentre i numeri continueranno a salire. Allora arrivederci al prossimo anno per parlare ancora di violenza sulle donne!!!