Estate 2017. Napoli. Riviera di Chiaia. L’attrice Giovanna Mezzogiorno,figlia dell’attore Vittorio, scomparso prematuramente nel 1994, arrivata nella città natale del padre per girare un film, ne approfitta per visitare lo stabile in cui quest’ultimo è cresciuto.
Entrata nel palazzo storico con vista sulla Villa Comunale, polmone verde lambito dal mare, si inoltra nell’androne alla ricerca del custode.
“Signora, scusate, ma voi chi cercate?…”, domanda il portiere, uscito all’improvviso dall’ascensore.
“Buongiorno, lei deve essere il portiere!…”, esclama l’attrice, subito interrotta dal custode. “No, no, un momento Signo’, che volete dire?…io sono il “portiere”!…Don Raffaelle Morra, per servirvi!…Ma voi chi siete, chi state cercando?…”, chiede il portiere.
“Don Raffaele…è una questione un po’ delicata…Il fatto è che mio padre, Vittorio, Vittorio Mezzogiorno, ha abitato qui da bambino e per gran parte dell’adolescenza e io volevo vedere la sua casa, l’appartamento in cui ha vissuto con la sua famiglia e mi chiedevo se lei potesse aiutarmi a contattare gli inquilini per chiedere loro il permesso…”, spiega,l’attrice.
“Signo’, ma voi state parlando di Vittorio Mezzogiorno, l’attore?…quindi voi sareste la figlia, Giovanna,l’attrice?…ma vi pare mai che non mi ricordo di vostro padre?…quello, il pomeriggio, da piccolino, se ne andava sempre a giocare a pallone nella Villa di fronte…e che cosa mi faceva passare!…io avevo vent’anni ed ero stato assunto da poco…e per fare buona impressione con i condomini lavavo le scale ogni pomeriggio e lui, puntualmente, palleggiava per tutti e tre piani dello stabile, perché l’appartamento suo, della famiglia, intendo, stava al terzo piano…E che ci teneva, quello là!…era un vero scugnizzo!…ma pure un signorino, eh!…Quello , si può dire che il primo a scoprire la sua intenzione di fare l’attore sono stato io!…Volete sapere com’è successo?”, rivela il portiere, esortato dall’attrice, con un gesto, a continuare il suo racconto:“Un pomeriggio d’estate di più di sessant’anni fa, vostro padre stava con suo fratello maggiore, vostro zio, Vincenzo, nella cantinola che si trova dall’altra parte dello stabile, accanto ai posti per le auto degli inquilini…là dentro ci stava una pompa d’acqua condominiale dove chi voleva , compreso il sottoscritto, poteva lavare la macchina e quel giorno toccava a me…Per farvela breve, signo’, prima di entrare, sentii da dietro la porta vostro padre che recitava, mentre vostro zio lo dirigeva, interrompendolo ogni due tre per dirgli come doveva dire la battuta: “Caronte…hai capito?, tu sei Caronte, non puoi parlare con questa voce così leggera… prova a parlare come se la voce provenisse dalla tua pancia, non dalla tua bocca”, gli diceva…Eh, signo’, com’erano affiatati quei due…pensate che vostro zio aiutava vostro padre pure con gli esami all’Università ,quando doveva imparare a memoria tutti quei codici…Eh, che bella soddisfazione fu quando si laureò in Giurisprudenza!…i vostri nonni furono così contenti!…Poi, la decisione di andare a Roma per fare l’attore…eh, che dispiacere, signo’!…ma noi, la sua carriera, l’abbiamo seguita tutta…E che pianti ci siamo fatti con mia moglie quando vostro padre ha recitato ne “La Piovra”, al posto di Placido…Signo’ , scusate l’impertinenza, ve la posso dire una cosa?… Voi, pure fate l’attrice , no?…io qualche volta vi ho vista, in qualche film…Voi siete tale e quale a vostro padre!…Voi, che siete la figlia di Vittorio Mezzogiorno, lo tenete proprio scritto negli occhi!…”.
“E’ andato via troppo presto, a soli cinquantuno anni. Ancora adesso tanta gente lo porta nel cuore. Perché quello che fai e il modo in cui lo fai, lo lasci intorno a te”. Così,l’attrice Giovanna Mezzogiorno ricordava il padre Vittorio, anch’esso attore, in un’intervista televisiva rilasciata qualche tempo fa.
Nato a Cercola, Comune dell’area vesuviana, il 16 dicembre 1941, trascorre l’infanzia a Sant’Anastasia con i sette fratelli. Poi, trasferitosi a Napoli, insieme con la famiglia,vive tra la Riviera di Chiaia e Viale Antonio Gramsci, il salotto buono della città.
Diplomatosi presso il Liceo Classico Umberto I, si iscrive ,dapprima alla facoltà di Medicina e , poi a quella di Giurisprudenza dell’Università Federico II,dedicandosi nel tempo libero al pugilato.
Spinto dal fratello maggiore Vincenzo,aspirante regista, ad avvicinarsi alla recitazione, nell’ambito del circuito universitario, frequenta il Teatro S e recita in pièce di Beckett e Ionesco. Tuttavia, è solo a partire dal 1969, dopo due stagioni nella Compagnia di Eduardo De Filippo e, il conseguimento della laurea, che decide di intraprendere la carriera di attore. Quindi, scritturato per la commedia di Aristofane “Le donne“, andata in scena al Teatro di Segesta in Sicilia, incontra l’attrice Cecilia Sacchi ,che sposa il 14 ottobre del 1972 e da cui, nel 1974, ha la figlia Giovanna.
Lasciata Napoli per la Capitale,lavora ancora in teatro, nella compagnia di Lauretta Masiero, Aldo e Carlo Giuffré, Gianni Santuccio,Gianrico Tedeschi, Mario Scaccia, Flavio Bucci, Stefano Satta Flores, Cristiano Censi e Isabella Del Bianco, alternando al palcoscenico la partecipazione a sceneggiati televisivi Rai, quali: “Le avventure di Laura Storm”, diretto dai registi Leo Chiosso e Camillo Mastrocinque, “La fiera delle vanità”, tratto dall’omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray e diretto da Anton Giulio Majano,”Resurrezione”, desunto dal romanzo omonimo di Lev Nikolaevic Tolstoj e diretto da Franco Enriquez, “Luisa Sanfelice”, tratto dal romanzo “La Sanfelice” di Alexandre Dumas padre, diretto da Leonardo Cortese, “Madane Curie”, desunto dal libro biografico Vita di Madame Curie di Ève Curie, diretto da Guglielmo Morandi e “Il picciotto” di Alberto Negrin.
Debuttato anche sul grande schermo, nel ventennio Settanta-Ottanta ,gira le pellicole d’autore: “Il giocattolo” di Giuliano Montaldo ,“Tre fratelli” di Francesco Rosi, grazie alle quali conquista due Nastri d’Argento come “miglior attor non protagonista” e come “miglior attore”, “Café Express” di Nanni Loy, “La caduta degli angeli ribelli” di Marco Tullio Giordana, “La casa del tappeto giallo” di Carlo Lizzani, e le miniserie televisive “L’amaro caso della baronessa di Carini”, con la regia di Daniele D’Anza ,“Il balordo” di Pino Passalacqua, “I racconti fantastici di Edgar Allan Poe” di Daniele D’Anza, “…e la vita continua” di Dino Risi, e “Io e il Duce”,ancora una volta direttoda Alberto Negrin.
Tornato in scena nel 1984, notato dal regista Peter Brook, entra nella Compagnia internazionale CIRT, per la quale interpreta il ruolo di “Arjuna” nell’opera “Mahabharata“, tratta da un poema epico in Sanscrito, adattata dall’attore e regista Jean-Claude Carrière e diretta da Peter Brook, apprezzata dalla critica e dal pubblico e, portata in giro per vari teatri d’Europa e del mondo.
Forte della solida formazione teatrale, torna sul set per girare “La condanna” di Marco Bellocchio e, nel 1990, diviene il nuovo protagonista de “La piovra 5” e “La piovra 6″, serie televisive nelle quali interpreta l’agente infiltrato “Davide Licata”, subentrato al “Commissario Cattani” (Michele Placido),ucciso dalla mafia, come del resto anche il suo personaggio. L’attore, infatti, operato di cancro ai polmoni, muore improvvisamente , per via di un collasso cardiaco, il 7 gennaio 1994, all’età di cinquantadue anni.
Salutato dai familiari con una cerimonia privata, riposa a Griante, Comune sul Lago di Como.
Di lui, come padre e uomo, la figlia Giovanna, ha detto: “Viaggiava molto, mentre io ero a casa con la mamma. Ricordo un padre assente. Forse, chi ne ha sofferto di più è stata mia proprio mia madre. Il loro fu un grande amore. Però, è stato complicato…una storia piena di momenti molto drammatici , di separazioni, di lontananze. La mia adolescenza è stata difficile, perché avvertivo le loro difficoltà e ne soffrivo. Mio padre è stato un uomo severo e autoritario, ma anche un fantasista e un giocatore libero”.