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Monopolio SIAE. L’esecutivo Juncker: “Sta esaminando la compatibilità della legislazione italiana con la direttiva UE

ROMA -Questione “monopolio SIAE”. Ad ottobre la Commissione europea aveva chiuso la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato recepimento della direttiva 2014/26/UE. Capitolo chiuso? Probabilmente no. Secondo l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Isabella Adinolfi, «questa circostanza non escluderebbe che la Commissione europea, una volta esaminato il merito delle misure adottate dal Governo italiano, possa decidere di aprire nuova procedura di infrazione “per un cattivo recepimento della direttiva stessa».
La Commissione europea, spiega Adinolfi, ha risposto all’interrogazione presentata per ottenere delucidazioni sulla mancata abolizione del monopolio SIAE. Nella risposta si legge che la Commissione “ha ricevuto delle denunce relative alla compatibilità della legislazione italiana con la direttiva 2014/26/UE, che sono ancora in corso di esame”.
In pratica, il Governo italiano ha rassicurato la Commissione sul recepimento formale della direttiva, notificando il D.Lgs. 35/2017, poi modificato dal decreto fiscale. Tali misure di recepimento però non sono ancora state oggetto di un “esame di merito” da parte dell’esecutivo Juncker.
In tutto questo, resta aperta un’altra questione. Negli scorsi mesi Isabella Adinolfi aveva chiesto in tutte le sedi, europee e italiane, l’accesso alla lettera che la Commissione europea aveva inviato al Ministro Franceschini nel febbraio 2017.
«Perché se tutto è a posto – domanda l’europarlamentare pentastellata – la lettera resta di fatto secretata? Ancora una volta chiedo al ministro Dario Franceschini di rendere noti i rilievi della Commissione europea e spiegare come le nuove norme potranno garantire un’apertura effettiva del mercato. Solo così si sgombrerebbe il campo da qualsiasi dubbio».
«Quello che temo – spiega Isabella Adinolfi – è che nonostante le regole di concorrenza, il mercato venga tenuto artificialmente chiuso a danno sia dei cittadini che delle imprese. Tutto ciò sarebbe inaccettabile – conclude il membro della Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo – il Governo ed il Ministro Franceschini stanno esponendo l’Italia al rischio dell’apertura di una possibile, ennesima, procedura d’infrazione».

Redazione

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