1970-2013: si continua a promettere il lavoro
CASERTA-Oggi l’Istat ha dato i dati sulla disponibilità dei redditi delle persone, ebbene la campanaia è all’ultimo posto con 12.500 euro, ma forse la provincia di Caserta non ha collocazione. In questa provincia si vive una tragedia senza precedenti, forse peggiore anche

CASERTA-Oggi l’Istat ha dato i dati sulla disponibilità dei redditi delle persone, ebbene la campanaia è all’ultimo posto con 12.500 euro, ma forse la provincia di Caserta non ha collocazione. In questa provincia si vive una tragedia senza precedenti, forse peggiore anche della stessa seconda guerra mondiale. Eppure in questa campagna elettorale si continua ad ascoltare la parodia del lavoro come promessa prioritaria. È dal 1970 che ascoltiamo la stessa litania dei politici italiani. Tutti corrono al sud in cerca di voti, alla pari di come faceva a suo tempo la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, e tutti promettono lavoro ed eliminazione della criminalità organizzata: il lavoro non c’è, e la criminalità esiste ancora. Nulla è cambiato. Non lo dice uno qualunque, lo dice chi in questi giorni sta ascoltando le parole dei politici che stanno giungendo in questa regione per l’attuale campagna elettorale, quindi non sono bugie demagogiche, è la sincera verità.
Le istituzioni non hanno mai creato lavoro, sono le imprese che creano occupazione, quindi la promessa attuale si traduce sempre nella solita promessa mai mantenuta. Girate, come facciamo noi, per le strade delle città, dei paesi, informatevi di quante imprese hanno chiuso, quanti lavoratori edili sono senza lavoro, soltanto in questo modo vi renderete conto della tragedia che si sta consumando in provincia di Caserta. Sono chiacchiere, solamente chiacchiere, perché gli stessi politici si sono creati la creatura apposta per uccidere ulteriormente le imprese e chi fa impresa. Equitalia è stato il balzello scorretto che ha determinato l’ulteriore affossamento dell’economia casertana, spedendo alle imprese le camice nere capace di terrorizzare chi stava costruendo un lavoro per se e per gli altri in condizioni di grande difficoltà, ma il coraggio ai casertani non è mai mancato. Invece le istituzioni hanno avuto il coraggio di distruggerli attraverso la scarsa attenzione che era il vero ossigeno per far crescere le imprese. Questo i politici lo sanno, ma essendo loro i veri populisti, continuano a fare promesse irrealizzabili. Concentrando, ancora una volta, l’interesse intorno al lavoro pubblico, cioè quello che ruota intorno alle società partecipate che ingolfano regione, provincia e comuni, e determinano l’aumento del debito pubblico. Un lavoro che non ha mai prodotto nulla se non clientelismo politico. È ora di smetterla: qui il lavoro non esiste, quel poco che c’è, è quello dei dipendenti pubblici. Era così nel 1970, è così nel 2013.