ranco Califano: “Sono un artista e allora mi basta la mia libertà”In evidenza

E’ martedì 18 marzo 2013 : per le strade caotiche del centro di Roma , sferzate da una pioggia incessante , si aggira un pulmino blu

ranco Califano: “Sono un artista e allora mi basta la mia libertà”In evidenza

E’ martedì 18 marzo 2013 : per le strade caotiche del centro di Roma , sferzate da una pioggia incessante , si aggira un pulmino blu con i vetri scuri proveniente da Acilia (frazione della Capitale ) . Giunto in piazza del Popolo , il roboante camioncino , si ferma a pochi passi dalla “Chiesa degli artisti “ . L’autista , impacciato e trattenuto nei gesti da un giubbotto rigonfio di piume d’oca, si rivolge con tono confidenziale e premuroso al passeggero sedutogli accanto : “ Fra’ , sei sicuro ? ; ce la fai ad andare da solo ? ; se vuoi t’accompagno , lo sai , non c’è problema ! “ . L’uomo , sulla settantina , capelli bianchi radi e barba incolta , replica seccato : “ Sergio , ricordati che stai a parla’ col Califfo ! “ e , uscendo di scatto dall’abitacolo , nonostante le difficoltà di deambulazione , si avvia claudicante all’entrata della basilica . Il solerte accompagnatore , però , lo richiama costringendolo a voltarsi : “ Fra’ , me raccomando ! ; fatte trova’ qua , puntuale, fra un ‘ora . Non te scorda’ che al Sistina t’aspettano per le prove dello spettacolo ! “ . Califano riprende il suo cammino e , varcata la soglia del “Tempio cristiano “ , segnandosi , si dirige verso l’altare . Le panche di legno sono vuote e , sedutosi su uno scanno , approfittando della solitudine , inizia a pregare ad alta voce . “Gesù mio , aiutami tu ! ; non ce la faccio più , sto’ dolore alle ossa è lancinante ! . Io c’ho troppo rispetto di Dio per pregarlo : Lui è uno importante , invece, io so’ un zozzo peccatore …. non me posso presenta’ al suo cospetto , ma tu …. , tu sei un ‘altra cosa! . Tu comprendi , perché sei stato un uomo , tu le sofferenze del corpo , come quelle dell’anima , l’hai provate ! …… . Aiutami tu , non m’abbandonare! . Mentre una lacrima gli riga il volto segnato dalla fatica e appanna gli occhiali fumé dietro cui è solito celare gli occhi per sottrarli al giudizio del mondo , un sacerdote in tonaca nera discosta la tenda rossa del confessionale ed esce , andando incontro al disperato pellegrino che , sorpreso e imbarazzato , trasale . “Non faccia così ! , il Signore è sempre insieme a noi , anche nei momenti di sconforto . Non si abbatta : la malattia è una condizione transitoria , che non riguarda lo spirito ! . Il corpo muore , ma l’anima è eterna ! . Non abbia paura del mistero … si affidi a Dio e alla sua misericordia , senza vergogna , senza timore : non sia renitente ! . Io l’ho riconosciuta , sa ? ; lei è Franco Califano , il “poeta di Roma “ , ma lei , in questo momento , è un uomo uguale agli altri : fragile , insicuro , piegato dalle afflizioni . Senta , le andrebbe di parlarmi di sé , della sua vita ? . Stia tranquillo ! , non sono qui per giudicarla e , malgrado sia un prete , non sono né bigotto né bacchettone . Mi chiamo Mario Rustichelli , ho quarant’anni e sono un ministro di Dio da dieci : fino a ieri vivevo esattamente come lei , come un uomo “da strada “ . “ Di me “ , incalza il Califfo , “Si sa già tutto , tranne che la verità ! . Be’ padre , a lei , la voglio dire , perché sento che è l’ultima occasione che ho per farlo ! . La mia esistenza è simile alla trama di un film avventuroso con effetti speciali già dalla nascita , avvenuta su un aereo di linea in volo per la Libia , il 14 settembre del 1938 . La mia infanzia , trascorsa tra Roma e Milano , non è stata povera e travagliata come narra un’ aneddotica menzognera : ho avuto genitori esemplari , che m’hanno insegnato valori saldi : onestà , lealtà , generosità . Negli anni Sessanta , appena ventenne , mi misi in testa di fare l’attore ; alla musica , allora , non ci pensavo per niente! . Mi arrangiavo con i fotoromanzi e giravo pellicole , remake di fortunate commedie sentimentali d’oltralpe come : “Sciarada alla francese “ (1963) di Michel Boisrond . In seguito , frequentando un ambiente di musicisti ,m’accorsi di avere un certo talento come cantante e autore di testi per canzoni , quindi pubblicai i quarantacinque giri : “ Ti raggiungerò” / Amica malinconica “ (1965) e “ Non voglio vederti / Triste così ( 1966) . Ma il successo arrivò , scrivendo canzoni per Ornella Vanoni ( “ La musica è finita / Una ragione di più “) , Mia Martini ( “Minuetto “ , “La nevicata del 56’ “ ) , Bruno Martino (“E la chiamano estate” ) , “ I Vianella “ , duo composto da Edoardo Vianello e Wilma Goich ( “Semo gente de borgata “) , Caterina Caselli ( “Le ali della gioventù “ ,“Che strano amore”, “ Un po’ di te “ ) , Peppino di Capri ( “ Un grande amore e niente più “, brano vincitore del Festival di Sanremo del 1973 ) e Mina (“ Amanti di valore “ , “Un ‘estate fa “ , versione italiana della canzone francese “Une belle histoire “ di Michel Fugain ) . I critici , gli intenditori mi definirono : “ Il poeta della musica leggera “, ma a me , questo , non bastava ; volevo essere protagonista ! . Così , negli anni Settanta , mi cucii addosso il personaggio dell’amante latino , cinico e un po’ romantico , del trasgressore dall’avventura facile e dalle esperienze al limite . Tuttavia , la finzione si tramutò in realtà , anzi , in un incubo e la pagai cara ! . Nel 1970 , finii in galera per una brutta storia di droga ; lei padre , a quei tempi , manco era nato ! . Fu una vicenda che coinvolse pure l’attore Walter Chiari : alla fine , fui prosciolto da ogni accusa . Non contenti , nel 1983 ,hanno riprovato a mettermi in mezzo , insieme al conduttore televisivo Enzo Tortora . Stesso copione , stessa scena , stesso finale : il carcere e l’assoluzione piena , perché il fatto non sussisteva . Durante la reclusione , pensai a quello che avrei fatto una volta uscito e promisi a me stesso : “Franco , quando sarai fuori non sprecherai nemmeno un secondo ! “ . Perciò , riconquistata la libertà , cominciai a cantare i miei testi : “Tutto il resto è noia “ ( con la musica di Frank Del Giudice ) , “Me ‘nnamoro de te “, (1976) , “Io non piango “ ( addio all’amico artista Piero Ciampi ) , “Tac! “ (1977) , “La mia libertà “ (1981) , “ Io per le strade di quartiere ( che presentai in gara al Festival di Sanremo del 1988) . Quante serate avrò fatto ? , quanti locali avrò girato? ; la “Bussola “ a Viareggio , il “Blue moon “ a Ogliastro Marina …. ogni sera una donna se strappava i capelli per me ! . Io non ho mai creduto all’amore eterno : l’amore dura un istante e poi diventa abitudine e come sostengo in un mio brano : “ Una donna innamorata , anche quella più pulita , le corna te le fa “. Ho avuto relazioni importanti , persino una figlia , ma io non c’ ho la stoffa del padre né tantomeno quella del marito : “ Io sono un artista e allora mi basta la mia libertà !” . Si figuri che ho una nipote di quattordici anni che non ho mai conosciuto e a cui avrò fatto una , due telefonate ! . In fondo , devo di’ che me dispiace : un uomo non può rifiutare il fatto di essere padre ; un padre è una cosa seria , un punto di riferimento , una guida . Forse se avessi smesso di fare il buffone con le donne me ne sarei accorto e avrei riparato , ma desso è tardi ! . Sarà per questo che dentro di me cresce una profonda malinconia ,uno sconforto che solo la Fede blandisce ?. Vede padre , io me so’ sempre definito cattolico, apostolico e romano ,ma sono stato talmente lontano dalla pratica di Dio che la mente ha rimosso le preghiere ! . Nel 2005 ,però, è avvenuto un evento che m’ha cambiato : l’elezione di Papa Benedetto sedicesimo m’ha guarito dalla miscredenza , dalla scetticismo . Quell’uomo mi è subito piaciuto : con la sua cultura , la sua fermezza , il suo Credo mi ha riavvicinato a Dio . Non avere qualcuno o qualcosa in cui sperare è morire : l’ateismo scava nell’anima un solco che ho cercato di riempire con la politica . Negli anni Ottanta ,infatti , mi appassionai al socialismo di Bettino Craxi , ma con “Tangentopoli” il mio fervore nei confronti dello statista scemò e alle elezioni del 1992 mi candidai con i democratici di sinistra : fu un errore ! . Io sono stato e , ancora oggi , sono un liberale , un anticomunista . Nel 2008 , ho chiesto al sindaco di Roma , Alemanno , di cantare in una piazza della città per festeggiare il mio settantesimo compleanno . Lui mi ha fatto un meraviglioso regalo , concedendomi per un giorno piazza Navona . Alcuni sindaci , in precedenza , mi hanno ignorato ,etichettandomi come “Uno di Destra” . A causa di simili pregiudizi e comportamenti razzisti , non credo che l’Italia possa essere definita una nazione civile ! . Tuttavia , ho sfogato molti malumori componendo : “Monologhi e poesie romanesche “( “Secondo me l’amore “ ,“ Il gigante de casa “ ,“Beata te, te dormi “ ) , scrivendo autobiografie ( “Ti perdo . Diario di un uomo da strada “ , “ Senza manette” ) e saggi sull’amore e le relazioni interpersonali . Io non ritengo che un artista debba smettere di creare perché è vecchio e malato : quindi continuo a girare film ( nel 2007 “Questa notte è ancora nostra “ di Luca Genovese e Paolo Miniero ) e a cantare , collaborando con giovani di valore come Federico Zampaglione e il gruppo dei “Tiromancino” ( “Un tempo piccolo” , “Non escludo il ritorno “ , canzone in gara al Festival di Sanremo del 2005 ). Del resto , la gente , il pubblico mi vuole ancora bene e me lo ha dimostrato accorrendo in massa al concerto che ho tenuto al teatro Sistina per festeggiare il ritorno in scena ,dopo il brutto incidente del 2010 , la rottura di tre vertebre causata da una caduta dalle scale , che mi costrinse all’esilio e al riposo forzato . In quel 2010 , scoprii di essere malato : la diagnosi di un cancro osseo , stilatami da un medico di fiducia , fu un pugno nello stomaco ! . Non le nascondo che mi secca proprio dover morire , perché mi piace vivere ! e poi, ho paura che l’Altissimo non mi perdoni gli sbagli che ho fatto …anche se mi sono serviti per imparare! . Padre , proseguirei ancora la nostra conversazione , ma ho esaurito il tempo che avevo a disposizione per la cura dello spirito e ora mi aspettano in teatro per le prove dello spettacolo di questa sera . Grazie per l’umanità dimostratami ! “ . Il sacerdote accenna un sorriso e gl’impartisce una benedizione . Califano , con determinazione e senza aiuto , attraversa l’intera navata centrale , raggiungendo l’uscita. L’autista e il pulmino sono già fuori ad attenderlo . L’esibizione al teatro Sistina ,prevista per quella sera , è stata l’ultima . Il 30 marzo , “ il Califfo” , “il Maestro “ si è spento nella sua casa di provincia . Un paio di mesi prima , in un ‘intervista televisiva aveva dichiarato : “Al mio funerale vorrei venissero soltanto gli amici veri , non quelli che comprano il vestito apposta per la circostanza . Vorrei che non fosse triste ! “ . E’ stato davvero così : dappertutto , in ogni angolo della chiesa di Santa Maria del Popolo ha riecheggiato il suo messaggio di cantautore e uomo autentico : “Vive chi vive , chi rischia , chi ama , chi sbaglia”.