La sovranità appartiene al popolo

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” Che fine ha fatto il primo articolo della costituzione italiana? L’Italia è un repubblica fondata sul lavoro, e guardando ad oggi il lavoro

La sovranità appartiene al popolo

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” Che fine ha fatto il primo articolo della costituzione italiana? L’Italia è un repubblica fondata sul lavoro, e guardando ad oggi il lavoro manca. La sovranità e del popolo, ed abbiamo un governo di tecnici che non è legittimato dal popolo, quindi questo articolo è andato a farsi benedire?
Certo i padri costituenti diedero un limite alla sovranità, perché comunque va in base ai punti scritti dalla costituzione, ad esempio, “il popolo non può interferire sui patti internazionali”. Defaiance dei padri costituenti. O forse a quell’epoca bisognava per forza scrivere così, diversamente non si poteva fare poiché si veniva fuori da una terribile guerra mondiale e l’Italia ne usciva con le ossa malconce. Ma oggi quella sovranità è già stata svenduta in parte dalla perdita della sovranità monetaria che ci impedisce di stampare moneta per conto nostro, poiché siamo entrato nel pollaio dell’Europa, che non garantisce mangime per tutti i popoli ma lo raziona in base al rigore imposto dai politici europei. Già nella scelta dell’euro la sovranità è stata boicottata, in Italia si è rispettato la costituzione, però nessuno ha chiesto ai popoli se volessero l’euro, si è fatto e basta. Ora però se si parla di uscire dall’euro tutti gridano allo scandalo, anatemi vengono lanciati dagli economisti di mezzo mondo contro chiunque si azzardi a dire basta alla “follia” euro.
Però sempre la nostra costituzione è molto precisa sugli articoli tre e quattro: Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Caspiterina, capito, la repubblica è responsabile del nostro disagio sociale ed economico e deve interessarsi a rimuoverlo. Ebbene, la nostra costituzione viene letta e usata a comodo, poiché gli ostacoli economici vengono intensificati con misure che danneggiano ulteriormente il cittadino con leggi che nulla hanno a che vedere con l’interesse del cittadino. Ed Equitalia, che è lo stato ed ha in mano strumenti studiati su misura dalle leggi fatte dai politici italiani, viola in pieno la tutela delle difficoltà dei cittadini, inasprendo con sanzioni, con aggiunta di more, interessi e guadagni per l’agenzia stessa, che arrivano a toccare cifre da capogiro per chi già non può pagare. Questo però perché la pressione fiscale imposta dai politici italiani ha raggiunto nel reale il 69% e i cittadini, per quello che guadagnano, non sono più capaci di soddisfare i fabbisogni di una nazione che sperpera molto della ricchezza dei cittadini. Ma di che stiamo parlando, forse sia il caso che la costituzione sia fatta rispettare in pieno dai cittadini ma, soprattutto, dalla classe dirigente italiana, e non sbandierarla solamente quando fa comodo. La sovranità c’è, ma bisogna saperla esercitare nell’unico modo possibile: il voto.