Alessandra Appiano: “Amiche di salvataggio”
Inverno 2003. Milano. In un ristorante sui Navigli, la scrittrice, autrice e conduttrice televisiva Alessandra Appiano , consumata una cena frugale, attende l’arrivo del cameriere per il conto, quando la sua attenzione viene richiamata dalle risa di un gruppo di donne sedute ad un tavolo poco dist…

Inverno 2003. Milano. In un ristorante sui Navigli, la scrittrice, autrice e conduttrice televisiva Alessandra Appiano , consumata una cena frugale, attende l’arrivo del cameriere per il conto, quando la sua attenzione viene richiamata dalle risa di un gruppo di donne sedute ad un tavolo poco distante. “No, dico : ci rendiamo conto di quello che è accaduto alla Carla?…Dai su, ragazze, non mi sembra il caso di ridere!…Dai , su , non sta bene!…e poi, non ho piacere!…”, rimprovera la comitiva una signora sulla cinquantina, mentre brandisce una tartina dall’aspetto invitante. “Ecco, lo sapevo!…Erminia, sei la solita buonista!…Carla è dispotica, acida e anche un filino prepotente, quindi, sai che c’è ? , se l’è proprio meritato! , così impara a trattare tutti come fossero suoi sudditi!…” , prorompe un’altra signora dal lato opposto del desco, continuando: “E poi, cosa vuoi che sia?…sarà mica l’unica donna al mondo ad aver subìto un tradimento?…”.”Un tradimentoooo?…Vorresti dirmi che scoprire che tuo marito ti tradisce con tua sorella è una cosa normale?…”, replica con tono concitato la matura commensale. “Se tua moglie è una gran rompiscatole,anzi la “regina” delle rompiscatole, sì!…Francamente, Erminia, non ti capisco!, non capisco il tuo atteggiamento…hai sempre parlato e , diciamolo pure, alle volte, straparlato, male di Carla e adesso?, ne sei diventata la paladina?…Questa si chiama falsità!…” , sentenzia stizzita la donna. “No, la mia non è affatto falsità, ma solo solidarietà, solidarietà femminile!…Prova per un attimo a metterti nei suoi panni: perdere contemporaneamente l’amore di un marito e l’affetto di una sorella!…Dimmelo, dimmelo un po’ : come ti sentiresti, tu?, non avresti bisogno di comprensione, di un pizzico di umanità, di un gruppo di “amiche di salvataggio”?…”, domanda la “sciura” milanese, attirandosi la risposta sarcastica dell’amica : “Cos’è, hai letto il libro dell’Appiano?…se è per quello , anch’io l’ho letto!, ma questa è la realtà e non un romanzo…la solidarietà bisogna sapersela conquistare, cara!…” . La Appiano, intanto, ascoltata la conversazione, pagato il conto, si alza per uscire dal locale, non resistendo però alla tentazione di fermarsi al tavolo della comitiva in rosa :“Buonasera, signore!…”, si presenta la scrittrice, “Perdonatemi, ma non ho potuto fare a meno di ascoltarvi!…Mi spiace siate così divise!…se ho scritto il libro a cui avete fatto riferimento è perché credo che l’amicizia tra donne possa e debba essere un patto di mutuo soccorso sempre pronto a intervenire in caso di schianti emozionali, crolli d’autostima e ruzzoloni lavorativi…Le donne veramente intelligenti non possono esimersi dal fare fronte comune contro il dolore, perché ,questo ,le aiuta a rimettersi in piedi e a tornare fulgide e più coraggiose di prima, pronte a ricominciare da se stesse…cercate di ricordarlo sempre!…”.
“Il mio punto debole?, la malinconia. A volte invincibile”. Così, la scrittrice, autrice e conduttrice Alessandra Appiano parlava di sé nel corso di un’intervista rilasciata a un giornale, qualche anno fa. Nata ad Asti, il 30 maggio del 1959 dal veterinario, Felice e dalla casalinga Liliana, cresce nella cittadina piemontese insieme con la sorella maggiore Antonella, coltivando sin dall’adolescenza la passione per lo Spettacolo. Negli anni Settanta, infatti, non ancora maggiorenne, si trasferisce nella “Milano da bere”, iniziando a lavorare come modella nella pubblicità(posa per alcune campagne del fotografo Oliviero Toscani). Intelligente, oltre che bella ed elegante, nel decennio Ottanta, è determinata nel volersi liberare dallo stereotipo della modella muta e , grazie a questa caparbietà, viene notata dal presenatore Enzo Tortora che la scrittura per il ruolo di valletta-centralinista nella trasmissione Rai “Portobello”. Affascinata dai processi creativi della televisione e non soltanto dalla conduzione, negli anni Novanta collabora in veste di autrice alla realizzazione di alcuni programmi delle reti Fininvest/Mediaset quali : “Il trucco c’è”, “Vivere bene” e “Passaparola”, esordendo al contempo, come scrittrice( fra il 1992 e il 1995 , pubblica per la Mondadori i libri umoristici : “La vita è mia e me la rovino io”, “Sola? Come vivere felici con gli uomini.Delle altre” e “Più malsani più brutti”). Così, allontanatasi per qualche tempo dagli ambienti televisivi, nel 2003, decide di concentrarsi esclusivamente sulla scrittura, dando alle stampe, il suo primo romanzo: “Amiche di salvataggio”successo editoriale (Sperling & Kupfer)per il quale vince il Premio Bancarella. In seguito, divisasi tra l’attività di giornalista ( ha rubriche in cui recensisce libri sulle riviste “Donna moderna”, “Diva e donna” e “Nuovo”)e quella di opinionista in trasmissioni e talk show Rai e Mediaset ( “La vita in diretta”, “Mattino Cinque”, “Verdetto finale” e “Torto o ragione?”), continua a sondare e a racconatare l’universo femminile , le sue dinamiche e contraddizioni, nei romanzi : “Domani ti perdono”, “Scegli me”, “Le vie delle signore sono infinite”, “Le belle e le bestie”, “Il cerchio degli amori sospesi”(tutti Sperling & Kupfer) e “Solo un uomo”(Garzanti). Insignita nel 2013 dal Comune di Milano del prestigioso Ambrogino d’oro e , nominata ambasciatrice Oxfam nel 2015, negli ultimi anni si è occupata di volonatriato per il giornale “Il Fatto quotidiano. Reduce dal consenso ottenuto con l’ottavo romanzo , “Ti meriti un amore”, edito da Cairo, vicenda di due amiche che in età matura scoprono l’amore e le sue difficoltà, il 3 giugno scorso,si è tolta la vita, lasciando sgomenti familiari, (il marito, il giornalista Nanni Delbecchi) , amici e colleghi. Dotata di ironia e di sagace umorismo, ma provata da una profonda melancolia , qualche mese fa aveva affidato a una nota pubblicata sul suo profilo social un amaro sfogo scaturito dall’impossibilità, causa disguido ferroviario, di prendere parte a un programma Tv : “Per la prima volta in vita mia getto la spugna su un impegno di lavoro. Vuol dire che devo prendere atto di essere troppo stanca. E che devo prendermi cura di me e volermi bene…Un abbraccio a tutti gli esseri umani che si sentono fargili in questo periodo…”. Resta, in chi le ha voluto bene, il rimorso e l’angoscia per non aver capito quanta sofferenza si celasse dietro il suo sorriso luminoso, come ha scritto, a poche ore dall’accaduto,in un post-ricordo, l’amica presentatrice Monica Leofreddi : “Ti ho sempre vista con quel dolce sorriso anche quando nei nostri pranzetti mi parlavi delle tue mille sfumature di donna, del tuo essere mamma di molti bambini anche se non partoriti da te. Il tuo sorriso mi ha ingannato e ora mi sento più fragile anche io. […] Fare i conti con i nostri buchi neri, non è facile. La depressione è subdola , è più forte di noi[…] Impariamo noi donne a chiedere aiuto, non siamo nate per salvare il mondo, per curare gli altri, per cambiare uomini malati. Siamo nate per essere amate ,come tutti. Ed ora te ne sei andata e io ho più paura” .