Paola Pitagora: “Attrice e scrittrice !”
Estate 2001 . Roma , quartiere Prati . In una sala appartata del Caffè Rosati di via Sabotino , l’attrice di teatro , cinema e televisione , Paola Pitagora , presenta il libro : Fiato d’artista:dieci anni a Piazza del Popolo, edito da Sellerio.

Estate 2001 . Roma , quartiere Prati . In una sala appartata del Caffè Rosati di via Sabotino , l’attrice di teatro , cinema e televisione , Paola Pitagora , presenta il libro : “Fiato d’artista:dieci anni a Piazza del Popolo”, edito da Sellerio. Un esiguo numero di giornalisti , seduto in prima fila , attende l’arrivo dell’artista e dell’editore , conversando : “Salve !, Carlotta Pacifico de “l’Eco romano”” , dà inizio alle presentazioni una giovane cronista ; “Salve , Ercole Lanzi , critico delle edizioni “Futura” …” , rilancia un attempato critico letterario in abito blu, continuando : “Di questo libro non si sa niente …io vorrei sapere com’è che ogni tanto un attore si sveglia e dà alle stampe un libro!…Ma i libri , non dovrebbero lasciarli scrivere a quelli che lo fanno di mestiere?….” . “Ha perfettamente ragione ! , sono d’accordo con lei!…” , replica la giovane giornalista . “Poi , a noi , tocca pure recensirli questi capolavori!” , incalza il critico, aggiungendo : “Un vero spreco di tempo!…A , ma, qualcuno , dovrà pur dirglielo …aspetti solo che inizi a parlare e sentirà !…Queste attrici di un secolo fa , piene di boria , hanno bisogno proprio di una bella lezione!” . Poi , terminata la presentazione , il critico alza la mano , chiedendo di parlare : “Buonasera , Signora Pitagora !…Sarò franco con lei e verrò subito al dunque …trovo la trama del suo libro scontata , il solito romanzo autobiografico , intriso di retorica ,condito da una salsa melò stantìa…Lei , i patimenti d’amore per il pittore d’avanguardia Mambor…cos’è , si è lasciata influenzare dagli sceneggiatori del teleromanzo di quart’ordine cui partecipa , com’è che si chiama?…”Incantesimo”?…Lasci che glielo dica : farebbe meglio a limitarsi a recitare , piuttosto che cimentarsi con arti che non le sono per niente congeniali !”. “Lei è un maleducato , sa?” , risponde l’attrice, “Ma questo è un male comune a molti …la cosa più riprovevole è la sua disonestà !…Lei mente , sapendo di mentire !…Lei, non ha letto una sola riga del libro…lei parla , animato dal livore e dalla frustrazione …probabilmente in gioventù avrà avuto aspirazioni di scrittore , ma queste , evidentemente, non si sono realizzate…La sua è superficialità …il suo è un pregiudizio …Il fatto che io sia un’attrice , non esclude che io possa e sappia scrivere…io , infatti , con buona pace degli “esperti” come lei , mi ritengo un’attrice e una scrittrice!…e , se avrà il buon senso e l’umiltà di leggere il mio romanzo , lo capirà…Dunque, buona lettura!…” .
“Caro maestro , dicevi : “Mi devi la vita”, poi scoppiavi a ridere…Sapevo di doverti molto e , per questo , non ti ho mai detto grazie nè maestro…E , allora , adesso , ci sta bene , quella parola un po’ ottocentesca che sa di bottega d’arte , di una sapienza della quale le nuove generazioni avrebbero tanto bisogno. Maestro, sì” : con queste parole , qualche tempo fa , l’attrice Paola Pitagora ha ricordato, nel corso di un’intervista, il regista Sandro Bolchi. Nata a Parma , il 24 agosto del 1941 , Paola Gargaloni , questo il vero nome dell’artista , giovanissima , frequenta i corsi di recitazione del Centro sperimentale di cinematografia e della scuola di Alessandro Fersen. Nel 1962 , iniziata la sua carriera artistica come presentatrice televisiva (“Il giornale delle vacanze”, “Fuori l’orchestra” , “Aria di vacanze” e “Cinema d’oggi”) e autrice di canzoni per bambini ( “La giacca rotta” , vince un’edizione dello “Zecchino d’oro” ), esordisce in teatro con lo spettacolo desunto dai “Poemi Conviviali” di Giovanni Pascoli “Gog e Magog” , cui seguono “Danza di morte” di Strindberg , “Corte savella” di Banti e la commedia musicale “Ciao Rudy” di Garinei e Giovannini. Esordito contemporaneamente nel cinema con piccoli ruoli , in pellicole quali : “Kapò” di Gillo Pontecorvo , “La viaccia” di Mauro Bolognini , “Barabba” di Richard Fleischer , ottiene la consacrazione con “I pugni in tasca” del regista Marco Bellocchio , in cui interpreta “Giulia” , una ragazza ambigua e controversa. Sublime “Lucia Mondella” nella trasposizione televisiva Rai del celebre romanzo di Alessandro Manzoni , “I Promessi sposi” , diretta da Sandro Bolchi , nel 1969 vince il premio Nastro d’Argento come “migliore attrice” per l’interpretazione dell’enigmatica “Cinzia” , nel film di Luigi Comencini , “Senza sapere niente di lei” . Divisasi fino alla fine degli anni Settanta tra cinema e televisione (“A come Andromeda” di Vittorio Cottafavi e “Cristoforo Colombo”di Alberto Lattuada ) , nel 1976 è protagonista a teatro , accanto al cantante Gianni Morandi , della commedia musicale “Jacopone da Todi” . Proseguita poi ,nel ventennio Ottanta/Novanta , la sua attività , recitando nelle pellicole: “Aiutami a sognare” di Pupi Avati , “Napoli storia d’amore e di vendetta” di Mario Bianchi , “Gli assassini vanno in coppia” di Piero Natoli e “Tutti gli anni una volta l’anno” di Gianfrancesco Lazotti , fa ritorno in teatro con gli spettacoli : “Il pellicano” , “I capricci di Marianna” e “La foresta d’argento”. Volto della serie televisiva “Incantesimo”, andata in onda dal 1998 al 2007 , debutta come scrittrice nel 2001 , pubblicando il romanzo “Fiato d’artista:dieci anni a Piazza del Popolo” , seguito da “Antigone e l’onorevole” e da “Sarò la tua bambina folle” . Insignita per la sua attività letteraria del Premio Alghero Donna , nel 2004 , ha calcato ancora i palcoscenici con il dramma “Magnificat”, recitato al fianco della figlia Evita , avuta da Ciro Ciri , dopo tormentate storie d’amore con il pittore d’avanguardia Renato Mambor e l’attore Tito Schipa Jr. Felice, della sua doppia veste di attrice e scrittrice , ha dichiarato : “Di recente , ho rivisto una puntata dei “Fratelli Karamazov” , diretta da Sandro Bolchi e l’ho trovata fantastica . Un livello di recitazione altissimo , inimmaginabile nella televisione contemporanea e anche in quella di allora , i favolosi anni Sessanta , durante i quali la Rai riusciva a catturare un vasto pubblico con autori come Dostoevskij e Manzoni. Sandro Bolchi , non è stato solamente un regista che ha saputo ricavare da testi letterari , attori , tecnici e comparse ,un forte senso espressivo , è stato un artista originale , unico. Personalmente lo ricordo soprattutto per la straordinaria umanità , la sincerità spietata , anche con se stesso , l’amore per la tradizione , penso alla sua passione per il melodramma e l’attenzione viva al proprio tempo” .