A Parete la giunta Pellegrino vuole vendere il mercato

PARETE- Parete è un paese in sofferenza, credo che lo sappiamo tutti. Ci sono interi nuclei familiari in enorme difficoltà, come ci sono realtà commerciali e imprenditoriali in affanno.

A Parete la giunta Pellegrino vuole vendere il mercato

PARETE- Parete è un paese in sofferenza, credo che lo sappiamo tutti. Ci sono interi nuclei familiari in enorme difficoltà, come ci sono realtà commerciali e imprenditoriali in affanno. Il fatto che si continui a dare come unica riposta alle difficoltà debitorie dell’amministrazione comunale, quella di chiedere a gran voce la riscossione, anche coatta, dei debiti dei cittadini, è fuori luogo. Ebbene, posso garantire, e lo certifico, che oggi i cittadini sono pronti a farsi pignorare, non hanno altra scelta, perché tra mettere il piatto sulla tavola e dare soldi al comune, preferiscono la prima opzione. Anche perché se le persone non possono pagare dipende da due fattori ben precisi: la mancanza di lavoro e, quindi, la mancanza di disponibilità economica per farlo. Il secondo punto riguarda la tassazione, che arrivata al limite della sopportazione (oggi è al 70% nel reale) e non permette al cittadino di correre dietro alle tante richieste di pagamento. Oggi le famiglie, ma anche le imprese, cercano di gestire l’ordinario nei migliori dei modi, anche un dolore di denti improvviso, e sappiamo quanto è doloroso, non permette di essere curato. Spero di aver dato la dimensione delle difficoltà che ci sono a Parete, e di smetterla di fare una politica che oggi non interessa a nessuno, specialmente da parte di pochi individui. L’evasione esiste perché esistono le difficoltà economiche dell’80% della cittadinanza.
Erano mesi che non intervenivo con un mio editoriale, ma è giusto farlo altrimenti si rischia di rimanere la parola solo in mano a pochi, e non è giusto. Detto ciò, credo che sia opportuno dare il tempo che occorre alla nuova amministrazione. Anche perché l’eredità ricevuta dalla passata amministrazione Vitale presenta un debito cospicuo. Credo che a tutti interessi la crescita di una comunità, specialmente quando questa ha delle carenze culturali che impongono un cambio di tendenza. Il sindaco stamani ha postato un link su facebook annunciando la vendita dell’area mercato. “Per far fronte ai debiti che abbiamo ereditato, oltre alla lotta all’evasione, invece di tassare ulteriormente i cittadini abbiamo deciso di alienare attraverso asta pubblica l’attuale area mercato di circa 5.000 mq che da qui a poco sarà trasferito – ha scritto il sindaco Pellegrino – L’alienazione avverrà all’indomani della sua valorizzazione con trasformazione in area edificabile. Per la prima volta una variante urbanistica non andrà a vantaggio di pochi ma a vantaggio di una comunità. L’area sarà frazionata in 6 lotti e andranno a chi offrirà di più. Contiamo di ricavare almeno 750 mila euro, in parte saranno utilizzati per ripianare i debiti e in parte per interventi di riqualificazione e valorizzazione urbana”.
Il timore non è sul fatto che si possa vendere un’area come il mercato, a me spaventa come si vende e a chi compra. Anche perché questa decisione va contro quello detto in campagna elettorale, dove il sindaco destinava la stessa area ad attività ricreative e sportive. Va bene la vendita per fare cassa, di aree sportive ce ne sono anche ben troppe, ed è giusto fare cassa. Ma essendo uno che fa esperienza fuori Parete, e pensandola diversamente, credo che ci sia un’altra opportunità per quell’area lasciando quel bene ancora nella proprietà dei cittadini. Proporrei di prendere in considerazione anche di fare un’area mercato coperta come esiste in tanti altri posti dell’Italia che funzionano ancora. Parlo di un’area mercato aperta tutti i giorni, per l’intera giornata, sette su sette, dove possono accedere per primo i commercianti presenti sul territorio di qualsiasi settore. Un’area cosi strutturata permetterebbe un flusso di persone più ampio in un unico posto tutti i giorni, e quindi anche il commercio interno ne beneficerebbe. Una sorta di centro commerciale destinato al commercio locale. Il comune guadagnerebbe con gli affitti o la vendita degli spazi. Per costruirlo basta accedere ai fondi europei a disposizione per lo sviluppo economico delle piccole realtà. Credo che l’idea non sia cattiva, e si eviterebbe anche di far diventare quell’area una speculazione edilizia in mano a poche persone, ed è quello che mi spaventa di più. Io la penso diversamente, ma mi permetto di dirlo perché altrove ho imparato a pensarla diversamente.