Caserta, intreccio imprenditoria, camorra e politica, ecco cosa facevano
CASERTA- Gli arresti di questa mattina aprono un’altra pagina nera che vede un intreccio tra mondo dell’imprenditoria e politica per avere in cambio appalti pubblici, dove al suo interno ci si infila la camorra.

CASERTA- Gli arresti di questa mattina aprono un’altra pagina nera che vede un intreccio tra mondo dell’imprenditoria e politica per avere in cambio appalti pubblici, dove al suo interno ci si infila la camorra. Nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari, il gip analizza gli esiti di una complessa indagine condotta dai Ros, supportati dai carabinieri del comando provinciale di Caserta, nei confronti di una serie di imprenditori edili di Casapesenna in stretto collegamento, fra gli altri, con alcuni esponenti politici locali e nazionali.
Fra i soggetti ei provvedimenti emessi vi sono Carlo Sarro, attuale membro della camera dei deputati, l’ex senatore della Repubblica Tommaso Barbato, Angelo Polverino ex consigliere della regione Campania e l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio. Il gip ritiene che vi siano gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’imprenditore edile Fontana Giuseppe; in particolare, attraverso le attività di intercettazione, il giudice ha ritenuto accertato come egli, dal 2009, dopo essere stato colpito da un provvedimento interdittivo antimafia emesso dall’ufficio territoriale del governo di Caserta, sia stato costretto a non poter più contrattare con la pubblica amministrazione. Tuttavia, costui ha posto in essere una strategia volta ad eludere tale divieto che si è manifestata:
Il Gip ha ritenuto, altresì, accertato che il sistema, poggiandosi su una ristretta cerchia di imprenditori edili, tutti riconducibili a Michele Zagaria ed in stabili rapporti di frequentazione con lui, per anni ha sfruttato una condizione di oligopolio che ha permesso, alle stesse aziende, di acquisire ingenti commesse da parte della regione Campania. – settore ciclo integrato delle acque, per lavori di ristrutturazione e manutenzione della rete idrica fognaria ed introitare, a vantaggio del clan, diversi milioni di euro. In particolare, Tommaso Barbato, agendo dapprima come responsabile del settore regionale collegato al ciclo integrato delle acque e, successivamente, nelle vesti di consigliere regionale in quota UDEUR, di senatore della Repubblica del medesimo partito e, da ultimo, di persona comunque impegnata in attività politiche, procurava ai diversi imprenditori legati la gruppo Zagaria continue commesse in regime di “somma urgenza” per la manutenzione e la gestione degli acquedotti regionali della Campania, con la conseguente fruizione da parte del clan di uno strumento di sostentamento stabile e di apparente provenienza lecita, ricevendo dal somme di denaro e appoggi elettorali. Infine, il gip ha ritenuto riscontrato il coinvolgimento di Fontana Giuseppe e di suo fratello Orlando in una vicenda riguardante l’omesso sequestro di un supporto magnetico – una chiavetta USB a forma di cuore – rinvenuta nel bunker di Zagaria il giorno della sua cattura e del suo successivo passaggio di mano. In particolare, nell’ordinanza è specificato che Fontana Orlando, grazie alla complicità di un non meglio identificato appartenente alla polizia di stato e previa consegna della somma di 50.000/00 euro, ha custodito il supporto informatico riconducibile a Zagaria Michele, prima di passarlo definitivamente ad un altro appartenente al clan dei casalesi –gruppo Zagaria, al fine di tenerne celato il contenuto.