Il sud ha reagito bene, il nord reciti il mea culpa
Due mesi di chiusura forzata per l’intera nazione, mentre bastava essere più ragionevoli. Troppi esperti hanno causato enormi danni alla nazione. Il sud ha reagito bene all’affronto del virus.

Due mesi di chiusura forzata per l’intera nazione, mentre bastava essere più ragionevoli. Troppi esperti hanno causato enormi danni alla nazione. Il sud ha reagito bene all’affronto del virus. Si è mosso molto prima ed è riuscito ad arginare un’epidemia capace di seminare morte ovunque si presentasse. Ancora oggi, con la paventata ripartenza, si è evidenziata una certa prepotenza da parte del nord. Con il coronavirus si è evidenziato questa “infame prepotenza” politica-economica, che dal dopoguerra caratterizza la nazione. Una divisione voluta e costruita con dovizia da uomini e donne che dal 1948 hanno gestito le sorti dell’Italia.
Un errore pagato a caro prezzo nel momento in cui si è presentato un nemico nuovo e invisibile. Il covid-19 è la lezione che serviva per far capire all’intero popolo italiano come è importante avere una nazione unita e non divisa territorialmente.
Il sud può essere soddisfatto del risultato che ha ottenuto in termini di contrasto al virus. I governatori del sud hanno da subito attuato le misure idonee per evitare il proliferarsi dell’epidemia. Ancora oggi sono attenti e ponderati in tutte le decisioni da prendere per la ripartenza. Il sud non può permettersi un contagio di ritorno, anche se questa volta è molto più preparato. I tanti presidi costruiti in questi due mesi mettono in sicurezza ogni evenienza. C’è stata la grande collaborazione dei cittadini, che hanno rispettato alla lettera ogni indicazione, mettendo alla berlina anche chi non voleva rispettarle. Il sud ora può ripartire avendo la consapevolezza che può ricostruire quello che finora non ha mai avuto. Riprendersi i tanti torti del passato. Difendere la regione Campania e il sud da tutti e tutto, affinché il sud diventi il sud che merita di essere. Da oggi, insieme, tutto è possibile.
Il nord, invece, deve recitare un mea culpa. La leggerezza con cui ha affrontato inizialmente l’epidemia ha causato enormi danni. Il sacrificio di vite umane è stato enorme, colpa anche la disinformazione su un virus che non si conosceva. La regione Lombardia si è mossa in ritardo temendo di fermare il tessuto produttivo regionale. Un grande errore che ha portato la regione ad essere travolta da uno tsunami improvviso. Con la ripartenza ha preteso di avere le stesse condizioni delle aree del sud con meno contagi. Oggi il nord riparte con un virus che ogni giorno fa registrare ancora un numero alto di nuovi contagi. È un pericolo di non poco conto. Sono stati commessi tanti errori partendo dal paziente uno di Codogno, ora si spera che il nord faccia la sua parte per eliminare definitivamente il coronavirus dall’Italia, poiché il problema rimane ancora il nord. Il sud ha fatto la sua parte e può ripartire con molta più tranquillità. Il nord, da oggi, deve capire che non può commettere ulteriori errori, ne vale la vita delle persone e la sopravvivenza dell’intera nazione.