È iniziata la guerra elettorale con nuove sigle e vecchie facce
ROMA- Ieri il capo dello stato ha sciolto le camere, da oggi parte quella battaglia elettorale che, molto probabilmente invaderà le Tv, i giornali, e tutto quello che può essere comunicazione.

ROMA- Ieri il capo dello stato ha sciolto le camere, da oggi parte quella battaglia elettorale che, molto probabilmente invaderà le Tv, i giornali, e tutto quello che può essere comunicazione. È chiaro che ora a farne le spese sono gli italiani, che dovranno assorbire tutte le lusinghe che pioveranno dalle parole che andranno dicendo i politici.
Il problema di fondo è che non è cambiato nulla, sono sempre gli stessi a presentarsi alle prossime politiche. Nelle ultime settimane c’è stata una corsa affannosa per costruire nuovi soggetti politici da parte di politici che sono in parlamento da più di un trentennio. E con le nuove sigle mostrano agli italiani il nuovo che non cambia. Scorrendo i nomi ci si rende conto che sono gli stessi che un tempo navigavano nei grandi partiti come il PCI, la DC, il PSI, oppure in quei partiti più moderni come PD e FI. Insomma, nulla di nuovo.
Fra qualche settimana ci ritroveremo ad ascoltare le parole di tutti quelli che in questi anni hanno mantenuto in mano le redini del potere politico italiano. E saranno loro a definirsi i migliori e il nuovo per il paese. Una prassi consolidata che ormai diventa realtà ogni qualvolta c’è una tornata elettorale per le politiche. Un dato è certo, dal 7 gennaio si aprirà la guerra elettorale, e si salvi chi può.