L’Italia è un paese perduto. Andate via finché potete
ROMA- Già siamo schiavi dell’Europa, non siamo più padroni della nostra patria, quindi meglio delocalizzare anche personalmente. L’Italia è un paese perduto,

ROMA- Già siamo schiavi dell’Europa, non siamo più padroni della nostra patria, quindi meglio delocalizzare anche personalmente. L’Italia è un paese perduto, non ha più futuro. Finché non cambia questa classe dirigente, letta e M5S compresi, noi non troveremo mai la quadra. Perché dico anche Letta, perché anche Letta non comprende o forse fa finta di non capire, che il lavoro non si costruisce con il provvedimento approvato ultimamente. Sono tante piccole imprese che creano le condizioni occupazionali. Hamè, però, proprio questa categoria di imprese, gioiello di questo paese, chiude ogni giorno: attualmente sono 40 al giorno che dicono addio alla partita IVA. E ci credo, con quello che chiede lo stato!!!
Un piccolo imprenditore che fattura tutto, quindi niente truffe al fisco, guadagna 50 mila euro in anno. Il commercialista lo chiama e gli comunica quanto dovrà versare da qui a novembre, tra saldo e anticipo: 22.900 euro tra imposte e contributi previdenziali. Questo dopo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto: 12.000. In percentuale sul lordo, fa 69,8%. Il problema che questo soggetto imprenditoriale ha lavorato un anno intero, sabato e domenica compresi, per guadagnare 50mila euro, e poi si vede prendere tutto dallo stato. In aggiunto ha una rata da pagare a Equitalia per pagare altri debiti nei confronti dello stato che non ha pagato per mangiare. Oltre ad avere un finanziamento che è servito per pagare altre tasse. Carissimi, chi fa impresa in questo paese sta pieno di debiti per correre dietro al “parassita stato”. Quindi nessuno può creare lavoro se le condizioni rimangono queste.
La buona volontà dell’Italiano c’è, ma quella dello stato è svogliatezza totale. Morale della favola, per favore, ve lo chiedo in ginocchio, se potete scappate via da questa nozione e non giratevi mai indietro, guardate avanti dimenticandovi dell’Italia: qui non c’è mai stato e non ci sarà mai futuro. Scappate il più lontano possibile, fuori dall’Europa, perché qui, nel vecchio continente, ormai da un bel po’ si inizia a sentire di nuovo la puzza della dittatura. L’Italia è insalvabile, abbiamo un debito che continua a crescere: di debiti non si è mai campato bene. Il lavoro privato crea sviluppo, lo stato e la politica creano soltanto potere clientelare che non produce.