Aspetta la luna

Non c’è paradiso più bello sulla terra che stare ad ammirare il mare d’inverno. Per me è diventato un paradiso dalle porte sempre aperte. Ogni attimo di te

Aspetta la luna

Non c’è paradiso più bello sulla terra che stare ad ammirare il mare d’inverno. Per me è diventato un paradiso dalle porte sempre aperte. Ogni attimo di tensione passa dopo un’ora trascorsa ad ascoltare le onde che suonano un concerto di toni diversi. Le note ti entrano nel cuore, e soltanto ascoltandole riempi i vuoti che hanno raschiato le pareti del cuore. Ed eccomi qui, oggi, a rimproverarmi di averla risposta. Dopo due lunghi anni si è rifatta viva chiedendomi perdono. Sono corso qui, nel mio paradiso, sapendo che il mare dava delle risposte. Le onde sono la mia rabbia, la schiuma è tutto quello che vorrei vomitare. Due anni fa, una sera d’inverno: “Non me la sento più”. Senza dare altre spiegazioni, scompare nel nulla. Da quel giorno tanto silenzio, asfissiante, struggente, pieno di rabbia, ed oggi, come se niente fosse stato, chiede Perdono. Due anni insieme a rincorrere i sogni del futuro. Una casa, una famiglia, tanti cuccioli che ci girano intorno, erano i nostri progetti. Invece, all’improvviso, non me la sento più. Mi lascia con tanta rabbia dentro. Cerco e ricerco tra ricordi e pensieri di trovare qualche ragione. Mi sento perso. L’avevo amata tanto, forse sin troppo, senza accorgermi che da lei avevo ricevuto poco che potesse farmi capire fin dove arrivasse il suo amore. Mai una carezza, mai un abbraccio, una richiesta di fare l’amore, nulla, proprio nulla. Io, invece, sempre pronto a coccolarla, abbracciarla, stringerla per fargli sentire la potenza del mio amore. Oggi devo perdonarla. Forse il rimorso l’ha riportata alla ragione. È da stamattina che tempesta il telefono di messaggi. Messaggi che fanno capire che dentro di lei è successo qualcosa. Ma cosa? Non posso capirlo, dovrei parlargli, ma oggi, dopo due anni, il cuore non è più lo stesso. Ecco, un altro messaggio: “Non dirmi di no. Voglio incontrarti, devo parlarti, ti prego. Devo spiegarti tante cose”. Oddio, ma cosa vuole spiegarmi? “No, resta dove sei, rimani dove sei voluta andare. Io ho atteso tanto tempo, invece quel tempo è durato due anni”. Hai ragione, ma il tempo lascia cambiare le vie del destino, ed io questo l’ho capito troppo tardi e devo spiegare, poi decidi tu”, riscrive. “Ma cosa vuoi spiegarmi, lasciami vivere come ho fatto per due anni, è molto meglio”, ribatto. “So dove sei adesso. Ormai il pomeriggio è passato. Aspetta la luna, ed io sarò lì con te a sentire le note del mare, che hanno l’obbligo di suonarci la marcia d’amore che tu hai sempre desiderato”. “Tu sei pazza”. “Sì, è vero, ma la pazzia, se tu lo vorrai, riavvia il circuito del cervello rispedendo le pulsazioni al cuore”. “Ok, aspetto la luna”. Cosa dovrà dirmi di così importante? Cosa avrà da dire per farsi perdonare? La notte è scesa. Quando la luna è davanti a me, una voce dolce che conosco bene, Ciao. Mi giro, la guardo, è sempre molto bella. Ho sempre sostenuto che le donne indiane abbiano un fascino particolare e una bellezza unica. Pamela è il simbolo della bellezza indiana, una ragazza dalla pelle sempre abbronzata, occhi scuri, e quei capelli a cascata che scivolano dolcemente lungo il corpo. “Ciao”, è la mia timida risposta. Si siede sulla sabbia. Altrettanto faccio io. <<Perdonami. Lo so che non è facile, ma devo raccontarti qualcosa di importante che darà tante risposte ai tanti perché. Ricordi quella sera, eravamo qui, in questo stesso posto, e tu mi hai chiesto qualcosa di molto importante. Da quella sera ho capito che avevo commesso un grande errore, sottovalutato, ma che si presentava con tutta la sua irruenza>>, Pamela incomincia così la richiesta di perdono. << Certo, ricordo perfettamente quella sera. Siamo andati via da qui, e una volta a casa abbiamo fatto l’amore per tutta la notte. Poi il risveglio più traumatico della mia vita. Quel biglietto orrendo: Non me la sento più, e tu che eri sparita nel nulla>>. <<Hai ragione. Non potevo spiegarti le ragioni di quella fuga improvvisa. Dovevo soltanto scappare e trovare il modo di non perderti, ma non trovavo la strada, quindi mi limitai a fuggire>>. <<Perché? Sapevi quanto fosse grande il mio amore. Sapevi che non potevo darti la luna, ma sicuramente il sole per farti vivere avvolta dal calore dell’amore>>, rispondo. <<Hai pienamente ragione. Noi siamo due poveracci, ma abbiamo una grande coscienza, per questo resistiamo alle insidie della vita. La nostra coscienza è perfetta, pulita, tanto da farci accettare tutte le sofferenze che la vita ci presenta davanti. Ma adesso ti racconto tutta la verità. Quella sera, qui, in questo identico posto, mi hai chiesto di sposarti e di far giungere dal mio paese i documenti per farlo. Poteva sembrare la cosa più normale di questo mondo. Per me, invece, rappresentava l’inizio di un incubo. Quei documenti non sarebbero mai arrivati>>. <<Pamela, perché>>, chiedo <<Quando sono giunta in Italia è perché scappavo dal mio paese per non soffrire le pene della galera. Avevo rubato, e dovevo scontare un anno di carcere. Non mi sentivo responsabile per quello che avevo fatto: avevo rubato per fame, quindi non sentivo nessuna colpa. La cosa però mi spinse a fuggire. Quella pena non mi consentiva mai di poter regolare la mia posizione, poiché mai e poi mai dall’India fosse arrivato un stralcio di documento per poter mettere apposto la mia esistenza. Quindi quella sera mi è cascato il mondo addosso. Non sapevo cosa fare, comunque ti avrei perso. Ma, soprattutto, pensavo al futuro dei nostri figli, non potevo dargli una madre clandestina a vita e macchiata di un reato cretino commesso in un momento di fame. Così quella mattina stessa sono tornata in patria. Una volta al mio paese mi sono consegnata alle autorità, volevo rimettere a posto tutto per poi tornare da te. Un anno di carcere, diventati due per la pena aggiuntiva della latitanza. Sono entrata in quella cella per pulire definitivamente la mia vita. Tu sei rimasto nel mio cuore ogni secondo delle mie giornate. Ho tappezzato la cella di tue foto per guardarti in ogni mio spostamento con lo sguardo. Eri lì. Pregavo il Dio di non perderti. Due anni non erano pochi, ma sarebbero passati ed io sarei tornata con la speranza di riaverti. Due anni nei quali l’amore è aumentato e non finito. Ogni notte prima di addormentarmi dicevo sempre amore mio, aspettami, la tua apache ritorna presto. Ricordi, mi chiamavi continuamente apache solo perché sono indiana. Dopo diciotto mesi sono stata scarcerata per buona condotta. Finalmente avevo pagato il mio debito. Quando sono tornata in patria avevo messo da parte anche i soldi per ritornare in Italia, non volevo trovarmi impreparata. Ho dovuto attendere due mesi prima di avere tutta la documentazione. Oggi ti ho chiesto di aspettare la luna, perché volevo che in questo stesso posto io consegnassi quello che mi hai chiesto due anni fa. Ecco, questi sono i documenti per sposarmi, ho dovuto trascorrere diciotto mesi in una cella per averli. Non sono una ladra, ma la fame ti spinge a fare tutto, ed io sono incappata in un reato per fame. Adesso però sei tu che devi decidere per il mio e il tuo futuro. So di aver commesso tanti errori nel tempo che ho trascorso al tuo fianco. Mai un bacio, mai una carezza, mai un abbraccio, però tu non mi hai mai fatto mancare tutto questo, ed io ero felice. Ma la mente tornava sempre indietro, e quando tu mi abbracciavi e mi riempivi d’amore, io mi sentivo in colpa. Adesso mi sento libera da tutto, e posso assicurarti che ti farò sentire tutto il carico d’amore che provo per te. Decidi tu, Pamela ha detto la verità, adesso sei tu, se mi ami ancora, che devi fare la scelta finale. Lo so, mi avrai tante volte odiata, ma l’odio non è mai stato il tuo forte, tu sai soltanto amare. Ecco, adesso dinanzi alla nostra luna ti chiedo: Vuoi ancora sposarmi? <<È vero, ho sofferto. Ti ho pure odiata, ma due secondi dopo ti amavo, non riuscivo a dimenticarti. Continuavo ad amarti come se tu fossi qui. Non ho nulla da dire. Bentornata mia dolce apache, ti amo da morire, dopo quello che mi hai raccontato, non posso perderti di nuovo. È vero, siamo due poveracci, ma abbiamo due coscienze pulite che saranno l’energia per farci costruire un futuro speciale, unico, pieno d’amore. Questa sera anche la luna sorride, ha capito che il nostro è un grande amore. L’amore vince sempre su tutto >>.