Aversa, Ancora minacce e intimidazioni a giornalisti impegnati sul territorio aversano
Sono giorni difficili anche per i giornalisti da sempre impegnati in prima linea, per raccontare i fatti e portarli all’attenzione dell’opinione pubblica. Il giornalismo è un lavoro nobile, non tutti lo possono fare. Non è un lavoro facile come molti pensano.

Sono giorni difficili anche per i giornalisti da sempre impegnati in prima linea, per raccontare i fatti e portarli all’attenzione dell’opinione pubblica. Il giornalismo è un lavoro nobile, non tutti lo possono fare. Non è un lavoro facile come molti pensano. È fatto di sacrifici, paure, sofferenze. Giornalisti non significa saper solo scrivere un articolo, copiare e incollare da altre fonti, è l’ultima delle cose. Fare giornalismo significa stare tra la gente, ricercare la notizia, anche la più pericolosa. Giornalismo significa essere prima di tutto degli ottimi investigatori per poi raccontare ciò che si è visto. I giornalisti sono un po’ come i medici e infermieri in queste settimane: offesi, minacciati e anche picchiati in tempo di pace, definiti eroi in tempo di guerra.
Nelle ultime ore ci sono stati alcuni episodi che vedono vittime i giornalisti aversani Ida Iorio e Stefano Montone, vittime di velate minacce, tanto che questa mattina hanno preso carta e penna ed hanno scritto Al Sig. Prefetto di Caserta; al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania; Al Commissariato di PS di Aversa nella persona del Primo Dirigente dott. Gallozzi; Al Sig. Sindaco di Aversa; e p.c. Al Comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, per portare a conoscenza quelle che sono le invettive contro di loro in merito a diverse inchieste che stanno portando avanti affinché tutto sia fatto nella massima trasparenza in questo momento così delicato per tutti.
Già nella giornata di ieri la collega Iorio scriveva: “Se non fossi una donna abituata a fare il mio mestiere in trincea, a combattere ogni giorno la mia personalissima battaglia di legalità per la libera informazione, sarei sconvolta. Se non vivessi la mia vita sempre a combattere contro briganti e delinquenti di ogni specie sarei persino spaventata. Se non avessi avuto a che fare con gentaglia di ben altro spessore infastidita dalle mie piccole e meno piccole inchieste, potrei sentirmi addirittura minacciata. Ma, onestamente, per quanto il disgusto abbia preso il sopravvento oggi, leggendo ed ascoltando i messaggi che ho ricevuto, resto serena e più combattiva che mai. La gravità del gesto, dei toni, dei modi e, soprattutto l’invasione della mia sfera professionale e prima ancora personale, però non la lascio scivolare via”.
Nessun giornalista può avere paura, altrimenti deve cambiare mestiere. Quindi i due giornalisti hanno deciso di difendersi scrivendo alle autorità preposte affinché non venga meno il loro diritto di cronaca, sacrosanto del mondo del giornalismo.
Di seguito la lettera integrale inviata dai due giornalisti aversani:
Al Sig. Prefetto di Caserta
al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania
Al Commissariato di PS di Aversa nella persona del Primo Dirigente dott. Gallozzi
Al Sig. Sindaco di Aversa
e p.c. Al Comandante della Capitaneria di Porto di Napoli
I sottoscritti Giornalisti Stefano Montone e Ida Iorio, regolarmente iscritti all’ODG della Campania, intendono con la presente portare a conoscenza delle autorità in indirizzo quanto segue:
A seguito delle numerose lamentele dei cittadini, i sottoscritti giornalisti si stanno occupando di una inchiesta mirata a chiarire alcune dinamiche controverse che si verificano nella distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie bisognose. L’inchiesta mira principalmente a comprendere le motivazioni del grande ritardo con cui alcuni cittadini bisognosi ricevono il pacco (circa una settimana) ma sopratutto a capire perchè alcuni consiglieri comunali frequentano assiduamente il centro di smistamento situato presso il Palazzetto dello Sport. Ma sopratutto per chiarire ed indagare alcune voci che vorrebbero un consigliere comunale distribuire personalmente i pacchi alimentari.
Orbene, a seguito della pubblicazione dei nostri scritti, siamo stati raggiunti da invettive e minacce sia pubbliche che private da parte del consigliere comunale Mariano Scuotri, assiduo e ingiustificato frequentatore di tale centro di smistamento.
Facciamo presente che il consigliere Mariano Scuotri non è nuovo a queste condotte già avendo in precedenza inviato messaggi ed effettuato telefonate a carattere intimidatorio e minaccioso.
Ma vi è di più, la sera del giorno 5 aprile u.s., Ida Iorio riceveva un messaggio da tale Simone Vassalluzzo il quale si presentava alla stessa come “pubblico Ufficiale” e riferendosi a Stefano Montone scriveva :”… se qualcuno prima o poi gliele suona ne sarei molto felice”. Tale Vassaluzzo, nella foto del profilo Facebook indossava una divisa della Marina con il cappello riportante la scritta Capitanerie di Porto.
Ciò premesso, i sottoscritti Giornalisti non si lasciano e non si lasceranno intimidire da tali minacce ma intendono portare a conoscenza le difficilissime condizioni che alcuni operatori della libera informazione affrontano quotidianamente. A ciò si aggiunga che tali intimidazioni non provengono da persone di malaffare da chi invece dovrebbe rappresentare le istituzioni e la legalità.
Con perfetta osservanza. Ida Iorio – Stefano Montone