Se ci fosse un calendario del giornalismo da rispettare, il mese di maggio si parlerebbe di spiagge, mare inquinato, turismo al palo, poi dal mese di giugno di roghi tossici. O forse questo calendario esiste già. Sì esiste. Visionando gli archivi ci siamo resi conto che ogni anno di questo periodo si parla con insistenza di roghi tossici e mare inquinato. Non è retorica, e solo che ogni anno in circolazione ci sono sempre gli stessi problemi. Siamo coerenti col tempo, siamo dei veri e propri conservatori. Ma non è colpa dell’informazione, ma delle classi dirigenti, che ogni anno ci permettono di continuare a scrivere sempre le stesse cose. Forse cambiano i luoghi, ma la sintesi è sempre la stessa.
In Campania non si risolve mai nulla, può comandare anche il figlio di Dio in persona, la situazione rimane invariata. Ma mica solo oggi, e dal 1950 che è così, solo che si è arricchita di nuovi argomenti. Dopo la guerra si parlava di ricostruzione post bellica, poi via via gli argomenti sono diventati il lavoro, le industrie, la crisi delle industrie, poi la diffusione dei centri commerciali a go go, ancora lavoro. Poi a metà anni settanta l’argomento più gettonato sono diventati i rifiuti: crisi dei rifiuti, emergenza rifiuti, rifiuti tossici, roghi tossici, roghi, eco-balle, inquinamento ambientale. Tutto ruota intorno ai rifiuti. Ma l’argomento che non manca mai è il lavoro, argomento che ha una sua storia infinita, ed è sempre di attualità.
I cittadini, affezionati alla telenovela, ci seguono sempre. Ogni anno, a ridosso dell’estate, nascono i vari comitati anti roghi, anti rifiuti, anti lavoro, tranquilli, nascono per occupare lo spazio estivo, poi tutto torna nel silenzio profondo, altrimenti il calendario del giornalismo finisce a fine estate. È il solito palcoscenico da occupare per dimostrare l’esistenza di un impegno comune sui tanti problemi che attanagliano la Campania dal 1950. A fine estate, come tutti gli anni, il palcoscenico si smonta, per poi rimontarlo l’anno successivo. È un classico della protesta dei cittadini campani. Meno male che esistono, altrimenti non avremmo più tanti argomenti su cui poggiare le basi della nostra informazione in Campania. Morale della favola: ci rivediamo il prossimo anno con lo stesso calendario, cambierà solo l’anno, ma gli argomenti saranno gli stessi.