ROMA – Con la chiusura di 35mila piccole attività commerciali nel solo primo semestre del 2015, in circolazione ci sono perlomeno 50mila disoccupati in più. Purtroppo per le statistiche questi numeri non fanno testo perché si tratta di piccoli commercianti che hanno chiuso battente e con loro sono andati a casa commessi e addetti. Ma sono persone che non fanno parte dei grandi colossi industriali tutelati dai sindacati e dai governi. Sono poveracci che una volta chiuso sono un sangue da succhiare da parte delle istituzioni. Infatti saranno di sicuro lavoratori che hanno tentato di costruirsi un lavoro, ma oggi saranno pieni di debiti e pieni di cartelle esattoriale del sanguisuga stato.
Intanto Renzi esulta sui dati della disoccupazione che si è fermata al 12%. Ma forse in questi numeri non entrano questi 35mila piccoli imprenditori. Evidentemente nei numeri che spesso leggiamo ci sono ombre che non spiegano con esattezza quello che avviene in questo paese. Insomma, la solita presa per il culo classica dell’Italia. 35mila partite iva chiuse significa che ad essere disoccupati oggi ci sono per certo 35mila soggetti che lavoravano ed oggi non lavorano più.