L’illusione che dopo il 4 marzo 2018 eravamo entrati nella terza Repubblica è durata 14 mesi. Ieri si è ripresentato lo spettacolo della prima Repubblica, dove in una sola legislatura si cambiavano anche cinque governi. Tutti i governi nascevano e cadevano in meno di un anno. Quella che era la decisione del corpo elettorale andava a farsi benedire durante i giochi di palazzo. Ieri, con la fiducia al governo Conte bis, è ritornata la Prima Repubblica. All’interno del palazzo è stato fatto il gioco di palazzo senza tenere conto della volontà popolare.
La colpa è sempre dei politici, che finora hanno fatto leggi comode ai partiti e non certamente favorevoli all’interesse dei cittadini. Siamo una repubblica parlamentare e le maggioranze si formano all’interno del parlamento come prevede la nostra costituzione. Però i politici hanno fatto leggi elettorali maggioritarie, quindi se un governo cade si dovrebbe ritornare al voto. L’incongruenza sta tutta qui. Ormai dopo il 1992 andiamo avanti con maggioranze che non sono l’espressione popolare, ma sono volontà politiche, quindi ci ritroviamo un PD che per la quarta volta va al governo senza essere eletto dal popolo.
A nessuno viene in mente di cambiare la costituzione togliendo il cavillo delle maggioranze parlamentari e non espressione del voto degli italiani. Una nuova legge elettorale si può fare solo se si cambia la costituzione. Fin dai primi governi Berlusconi si è parlato di una repubblica presidenziale, cosa mai fatta, e siamo sempre rimasti vincolati a una norma costituzionale che fa decadere la scelta degli elettori.
La storia dei governi italiani è sempre stata legata a scelte fatte all’interno del parlamento. In altri paesi europei si sarebbe ritornati al voto, in Italia le cose vanno sempre alla stessa maniera, e dai tempi di Andreotti al M5S di oggi, non è cambiato nulla, le maggioranze continuano ad essere volontà dei politici e dei partiti, e non quello che hanno scelto i cittadini italiani.