Da “uno vale uno” al “non rompete i c…
Quando bisogna tutelare il potere tutto è lecito, anche mandare a quel paese chi ti ha votato. Evidentemente Grillo e i grillini credono che siamo entrati in dittatura e non si ritorna più al voto.

Quando bisogna tutelare il potere tutto è lecito, anche mandare a quel paese chi ti ha votato. Evidentemente Grillo e i grillini credono che siamo entrati in dittatura e non si ritorna più al voto. Non è così, le elezioni ci saranno sempre, e come sempre avviene in Italia si può scomparire politicamente. La storia politica di questo paese, scritta dai partiti formati e morti in meno di una legislatura, è lunghissima. Iniziando da Rifondazione Comunista per finire a Sel passando per Italia dei Valori senza trascurare Alleanza Nazionale e Forza Italia, lo scenario è apocalittico. Tutti deceduti. Partiti che avevano raggiunto l’apice del 10%, diventati l’ago della bilancia di molti governi, sono scomparsi tutti. La colpa non è dei cittadini, ma è colpa di chi governava e non ha fatto niente.
Stesso discorso vale per il M5S. Partito come movimento anticasta e diventata la casta. Si è passati da “uno vale uno” al “non rompete i c…”. Come si fa a credere in qualcuno che si è preso i voti e poi l’ha gestiti per andare insieme al suo nemico. Chi ha ascoltato i comizi o le comparse in TV dei grillini, sa bene che loro professavano un credo che sembra sacro, invece a conti fatti, quando il potere è arrivato, quel credo non esiste più, a tal punto che Grillo ha detto ai suoi elettori non ““non rompete i c…” l’altro paladino, Luigi Di Maio, ha detto “Non siamo più quelli di 10 anni fa ed è meraviglioso”. È meraviglioso per lui ma per gli elettori no, infatti il movimento sta scivolando al 14% e forse prima delle prossime elezioni politiche arriva all’8%.
Ed è solo l’inizio di una fine annunciata. Grillo diffondeva le idee sulla democrazia diretta, sulla finanza selvaggia e contro la “casta” dei politici, l’acqua pubblica, l’ambiente, i trasporti, la connettività e lo sviluppo diventano le cinque stelle su cui si fonderà il M5S. Inoltre Grillo gridava nelle piazza No all’euro e NO all’Europa, e su questo punto ha raccolto molti consensi. Di tutto questo è rimasto ben poco poichè il M5S oggi è sovranista e non più antieuropeista. Grillo diceva nelle affollate piazze: “I partiti sono incrostazioni della democrazia. Bisogna dare spazio ai cittadini. Alle liste civiche. Ai movimenti. Viviamo in partitocrazia, non in democrazia”. Tutti proclami che sono finiti nel water non appena è stato assaggiato il potere delle poltrone.
Anni in cui i grillini dicevano di non scendere mai a compromessi con il Pdl o con il ‘Pdmenoelle’. La cosa muore lì. Dopo il successo elettorale del 2018 il M5S mostra in pieno le sue lagune, e si capisce che i fili sono manovrati dall’alto del movimento. La certezza arriva con la fine del governo gialloverde e la nascita del governo giallorosso, che vede il M5S allearsi col PD con la benedizione allegra di Beppe Grillo. Dopo è storia recente, e l’unica certezza di quello che è ora il M5S è “non rompete il c…”