Per quasi venti anni abbiamo sentito parlare solo di Berlusconi e l’antiberlusconismo. Anni dove per la sinistra e gli ex comunisti l’unico nemico dell’Italia era Silvio Berlusconi. Nemico politico perché aveva i consensi che la sinistra non aveva. Inoltre aveva rotto le uova nel paniere al vecchio PCI, che dopo la fine della prima Repubblica aveva puntato a governare come unico partito rimasto in vita dopo tangentopoli. La pretesa non si realizzò, perché proprio Silvio Berlusconi, con la nascita di Forza Italia, mise a tacere ogni tentativo di conquista dell’ex PCI. Da qui anni e anni a demolire l’avversario politico in qualsiasi modo. E l’antiberlusconismo divenne l’arma di persuasione di massa che, nonostante i continui attacchi, non dava gli effetti sperati: gli italiani continuavano a votare in massa Berlusconi.
Ormai la politica italiana non cambia mai marcia, rimane quella di sempre, e continua a fare sempre gli stessi giochetti. Anche i nuovi si stanno adeguando gradualmente al sistema. Ed ecco che oggi siamo passati all’antisalvinismo. Oggi il nemico degli attori che fanno politica è diventato Matteo Salvini. Non passa giorno che non si sente parlare male di Salvini, al quale gli sono stati attribuiti aggettivi e nomignoli di ogni genere. È il nemico dei partiti attuali poiché è quello che ha più voti. La Lega continua a macinare consensi nei sondaggi e, quindi, va demolita trovando qualsiasi appiglio per farla cadere. Come avvenne con Berlusconi, così sta avvenendo con Salvini: più le sinistre lo attaccano più il popolo esprime fiducia in lui. La cosa irrita i costruttori dell’anti qualcuno per mestiere, e così continuiamo ad assistere al quadro impietoso di una politica che non cambia mai: deve per forza creare il nemico politico di turno, invece di pensare a come salvare questo paese che sta morendo sotto i colpi di una inconcludente politica.