Autunno 1950 . Murano (Venezia). E’ l’alba . All’interno della sua bottega “Sior Tita” , mastro vetraio , sta realizzando con l’aiuto del figlio Lino uno specchio decorato con lapislazzuli azzurri. Piove da ore e la radio , accesa sulla frequenza nazionale, diffonde la notizia dell’acqua alta a Venezia. “Lino , hai inteso ? …comincia la stagion delle piogge!” , esclama l’uomo , mentre con una bacchetta incandescente modella il vetro. “Papi , mi te devo dir ‘na cosa …” , annuncia con timore il ventenne . “Dopo , benedetto figliolo , parleremo dopo , ora ce tocca lavorar !” , replica severo il padre. “A proposito di lavorar ….mi , non voglio diventar vetraio come a ti …mi c’ho un’altra intenzion !” , rivela il ragazzo. ““Un’altra intenzion”, dici ? …e quale sarebbe quest’altra intenzion ?” , domanda l’anziano vetraio . “Mi voglio far l’attore !” , afferma sicuro Lino. “Cosa cosaaa? , ti sei pazzo o te va de scherzar ?…” , domanda incredulo l’artigiano, chiosando : “Ti sei il figlio del mastro vetraio e devi imparare il mestiere per portar avanti la bottega ….il teatro è una cosa scempia!… Noi semo gente modesta e la gente modesta c’ha da portar il pane a casa e non può perder il tempo a far cose scempie !… Te , sei mica un cicisbeo , che può far la vita comoda ? …Figlio mio , continua a lavorar e non dimenticar mai la canzon :”Lavorare è belo , è belo lavorar , prendiamo su il martello e andiamo a lavorar!” .
“Scusi , signor Toffolo , ma artisti si nasce o si diventa ?” . “Artisti , si nasce . Attori , molte volte , purtroppo per il pubblico , si diventa!” . Questo lo scambio di battute tra Lino Toffolo e un giornalista della rivista online “Cultura.it”, avvenuto nel 2014. Nato a Murano il 30 dicembre del 1934 da un mastro vetraio e da una casalinga , dopo un’infanzia e un’adolescenza serene , trascorse a lavoro nella bottega paterna , negli anni Cinquanta iniziò a comporre canzoni in lingua veneziana e a manifestare inclinazione per la musica e la recitazione. Entrato in una compagnia teatrale dialettale , nel corso della rappresentazione della commedia “Sior Tita Paron” di Gino Rocca, venne notato da alcuni produttori Rai che gli proposero di comporre la sigla del programma regionale “El listòn”. Ingaggiato dagli impresari della “Compagnia dei Delfini”, di cui fece parte dal 1960 al 1965 , alternò al mestiere di attore quello di cantautore folk , componendo canzoni in lingua veneta. Sposatosi con Antonia , da cui ebbe i figli Anna , Laura e Paolo , nello stesso periodo esordì come cabarettista nel noto locale milanese “Derby Club”, accanto ad Enzo Jannacci , Bruno Lauzi e Cochi e Renato . Raccolto largo consenso di pubblico con il personaggio dell'”ubriaco veneziano”, incise numerosi 45 giri di brani dialettali per le case discografiche (Fonit-Cetra , RCA e Numero Uno) , partecipando al Cantagiro con la canzone “Oh Nina ( vien giù da basso che te vogio ben) . Caratterista in svariate pellicole , da “Chimera”di Ettore Maria Fizzarotti , musicarello incentrato sulle vicende amorose di Gianni Morandi e Laura Efrikian, alle commedie “Brancaleone alle crociate” di Mario Monicelli e “Yuppi Du” di Adriano Celentano, conquistò il pubblico dei bambini interpretando la canzone , scritta dall’amico Lauzi , “Johnny Bassotto”, sigla della trasmissione televisiva domenicale “Anteprima di Chi?” . Cimentatosi con la conduzione , nel ventennio Settanta/Ottanta presentò varietà e quiz Rai e Fininvest come : “Canzonissima” , “Risatissima” , “Un fantastico tragico venerdì”e “Tuttiinfamiglia”. Tornato al teatro dialettale nel 1993 con la commedia di Goldoni “Tonin bela grazia”, fra il 1997 e il 2002 si dedicò all’operetta , recitando ne “Il pipistrello” di Johann Strauss , in “Pierino e il lupo”di Sergei Prokofiev e in “Histoire du soldat” di Igor Stravinski , di cui curò anche la regia. Autore di commedie teatrali (“Gelati caldi” , “Fisimat” , “Lei chi è”) , non ha abbandonato il piccolo schermo , prendendo parte a film e a serie televisive Rai quali : “Scusate il disturbo”, “Tutti i padri di Maria” e “L’ultimo Papa re”. Regista della pellicola “Nuvole di vetro”, ha ottenuto il consenso e gli elogi della critica. Operato al cuore nei primi mesi del 2016 , ricoverato per una caduta all’ospedale di Venezia e subito dimesso , è morto nella sua casa di Murano il 18 maggio , stroncato da un infarto. Pochi mesi prima della sua scomparsa , impegnato nella rappresentazione della tragicommedia in lingua veneziana “CoeLei chi A?”, aveva dichiarato in un’intervista :“Il palcoscenico per me è un vizio , una droga , perchè hai il contatto e la risposta immediata del pubblico . Con questo spettacolo , volevo raccontare di una malattia terribile : l’alzehimer , che in pochi anni e con effetti comici , riduce una persona intelligente e attiva in una larva . Lo spettacolo è suddiviso in due tempi : il primo è qui in sala , dove si ride ; il secondo , è a casa , dove si pensa . Quindi per evitare di far uscire il pubblico con il magone , il secondo atto lo facciamo altrove”.