L’Italia è uno stato che vive a “scrocco”

ROMA – Facciamo un ragionamento logico: lo stato è come un padre di famiglia, si deve basare su quello che guadagna. Deve essere scrupoloso sugli acquisti e sugli investimenti, che devono essere sempre proporzionati a quello che guadagna.

L’Italia è uno stato che vive a “scrocco”

ROMA – Facciamo un ragionamento logico: lo stato è come un padre di famiglia, si deve basare su quello che guadagna. Deve essere scrupoloso sugli acquisti e sugli investimenti, che devono essere sempre proporzionati a quello che guadagna. Se fa debiti per qualche acquisto, esso deve essere sempre rapportato a ciò che guadagna, non può fare un debito che assorba la metà di quello che percepisce. Non può fare ulteriormente debiti oltre a quello già fatti, perché va ad incidere poi sul sostegno della famiglia stessa, e con più debiti si può creare il fattore insolvenza perché sfora il monte di guadagni. Normale come sintesi, perché se vuoi vivere a debiti la situazione prima o poi precipita.
Cosa succede invece allo stato italiano? Ebbene, il nostro stato vive aggiungendo debiti su debiti, causando poi quel sistema di interessi che si mancia il capitale. Lo stato italiano non si basa sugli effettivi guadagni che arrivano attraverso il pagamento delle tasse dei cittadini. Lo stato italiano per pagare pensioni, stipendi della pubblica amministrazione, fa debiti. Non riesce, con quello che guadagna, a far quadrare tutti i costi. Perché? La domanda ha una risposta: perché dietro c’è una montagna di sprechi che vanno ad assorbire un numero di miliardi di euro che non si sa dove finiscono. Un esempio, lo spreco delle opere pubbliche mai completate; oppure opere esecutive che non partono mai ma hanno un costo; sprechi nella sanità pubblica; sprechi continui nella pubblica amministrazione. Sono tutte risorse decurtate ai bisogni dei cittadini, oltre a non essere usati per pagare la macchina pubblica.
Così lo stato ogni mese fa debiti per mantenere la sola macchina pubblica, a partire dagli stipendi di tutto l’apparato pubblico e per pagare le pensioni. Spesa totale inps 270 miliardi di euro. Spesa per assistenza 77. Spesa per pensioni 193. Copertura delle gestioni previdenziali 172. Differenza annua a carico della fiscalità generale (le tasse) 101 miliardi di euro. Differenza sulle pensioni tra quanto si incassa e quanto si paga 21 miliardi di euro. Ogni anno l’Inps incassa tendenzialmente sui 25-26 miliardi in meno di quanti ne spende per le sole pensioni. Tale differenza viene coperta dallo stato, che attinge allo scopo dalla fiscalità generale. Da noi, su uno stipendio lordo si versa il 32,7% contro il 21% della media europea, percentuale che scende al 19,5% in Germania. Il problema è che questi risultano altissimi, obbligando lavoratori e imprese a versare una percentuale spropositata di contributi. Bisognerebbe mettersi in testa, una volta per tutte, che senza un aumento considerevole del numero degli occupati, non c’è riforma che tenga. Perché solo con lo sviluppo occupazionale ci sarà chi paga i contributi previdenziali che consentono di pagare le pensioni senza andare sempre a fare debiti per garantire le pensioni, oltre, chiaramente, avere maggiori entrati dalle imprese che producono e mantengono l’economia interna.
Quello descritto è solo un esempio di quello che succede nel nostro stato, che per sopravvivere deve fare debiti. Debito pubblico che ha raggiunto i 2.300 miliardi di euro. Quindi ci ritroviamo con un debito pubblico che non è mai sceso, ma anno per anno è sempre cresciuto, proprio perché ogni governo ha fatto sempre più debiti per manteneva la macchina pubblica. Oggi ci aggiriamo intono ai 18-20 miliardi di debiti ogni mese per il fabbisogno della macchina pubblica. La macchina pubblica è un po’ come la bolletta della luce, del gas, dell’acqua, dei rifiuti, per una famiglia sono spese costanti che vanno pagate, e se ogni famiglia italiana facesse debiti per pagarle arriverebbe ad un punto di non ritorno. Insomma, lo stato va elemosinando a destra e a manca, per vedere chi gli presta i soldi per pagare le cose essenziali, senza invece fare un ragionamento come il buon padre di famiglia e basarsi su quello che incassa per pagare tutto. Sarebbe un po’ come il cattivo padre di famiglia, che ogni mattina esce e va a lavorare, ma la sera cerca chi deve imbrogliare per incassare altri soldi, per poi andarseli a giocare e non ripianare i debiti che ha contratto. Lo stato è identico, va in cerca di prestiti, ma poi spreca i soldi degli italiani senza mai ripianare il debito.