Primavera 2016. Roma, Via della Conciliazione.
Il regista Paolo Sorrentino sta girando uno degli episodi di “The
Young Pope”, la serie televisiva, prodotta da Sky, in onda in autunno, ambientata in Vaticano e
con protagonisti gli attori Jude Law e
Silvio Orlando e, proprio con quest’ultimo, nei panni del “Cardinal
Voiello”, conversa, approfittando della pausa tra una scena e l’altra. “Bella
serata, Paole’, eh?”, domanda Orlando al regista, continuando:
“…E poi guardalo “er Cupolone”…maestoso, regale!…se ne
sta là, stagliato contro il cielo…eh, che cielo, stasera, Paole’!…guarda
che blu…ci stanno tutte le gradazioni!…E poi le luci…se da qua guardi
dritto , in direzione della Basilica di San Pietro, sembra che in fondo alla
piazza ci sia un sole che sorge…Eh, il sole del cristianesimo che splende da
millenni!…Eh, stasera sono particolarmente ispirato…mi sento un filosofo o
forse un santone indiano…un santone indiano che medita!…Che ne dici,
Paole’?…”. “E che dico,
Silvio…Dico che non saresti credibile né come filosofo né come santone
indiano!…Però , su una cosa hai ragione : il cielo a Roma, la sera, è sempre
bello,ma stasera è proprio
speciale…sarà che è tra un giorno è estate !…Senti il venticello,
poi, che profumo…sembra mughetto!…”, esclama il regista,incalzato
dall’attore: “No, Paole’, questo
non è mughetto, non sono i fiori…è l’amatriciana del ristorante qua
dietro!…Magari, domani,se vuoi, ci andiamo a pranzo…anche perché stasera,
mi sa che faremo notte!…”. “Silvio, sei sempre il solito!…uno
prova ad essere serio, a dire cose serie e tu te ne esci con
l’amatriciana!…”, l’ammonisce Sorrentino, assumendo
un’espressione seriosa : “Paole’…e se avessero ragione i credenti, se
fosse vero che c’è una vita, un’altra vita, dopo la morte?…Sarebbe bello…me
ne staserei lassù a guardare quello che accade sulla Terra, cosa fa la
gente…Sai che privilegio sarebbe per
me fare il “regista sulle nuvole”…finalamente potrei spiare le
persone senza essere visto…!…”. “Ne’ , Paole’, ma tu che
dici?…se l’aldilà esistesse, in quel caso, saresti un’anima…saresti pura
luce…non avresti il tuo aspetto da mortale…e quindi non saresti più un regista, anzi, non saresti più neppure
Sorrentino!…”, constata l’attore, chiosando: “Però, non ti
nascondo che l’idea mi piace…Mi piacerebbe saperti là sopra, sopra la mia ,
sopra le nostre teste , a scrutarci , a cogliere del mondo ciò che gli umani
non sono in grado o hanno smesso di cogliere! Tu, insieme a Fellini, a Rosi, a
Scola, a Eduardo De Filippo!…Se ci fosse un regista in pù, lassù, insieme a
questi grandi, e se ci fosse la certezza che
il Paradiso esiste, be’… faremmo tutti a gara per andarci al più
presto!…Ma senza fretta, si capisce!…dobbiamo prima finire di girare la
serie!…”.“L’idea
dell’aldilà mi appartiene poco, ma ovviamente mi alletta molto. Se avessero
ragione i cattolici sarei felicissimo. I credenti immaginano una vita dopo la
morte in cui si possa vedere anche quello che succede sulla Terra: un’ipotesi
che per me, egoisticamente, sarebbe meravigliosa. Potrei finalmente fare
veramente il regista, osservare gli esseri umani senza essere visto”. Così,
il regista, sceneggiatore e scrittore Paolo Sorrentino, in un’intervista
al periodico “Vanity Fair”di qualche anno fa. Nato a Napoli il
31 maggio 1970, cresce nel quartiere Arenella e all’età di sedici anni rimane orfano di entrambi i
genitori, morti avvelenati in seguito a una
fuga di monossido di carbonio dalla stufa usata nella casa di montagna nella quale si trovavano per una breve
vacanza. Salvatosi, in quanto rimasto a Napoli per assistere per la prima volta
a una partita della squadra di calcio del Napoli, dopo aver teminato il Liceo e
aver intrapreso gli studi universitari ,mai conclusi , presso la facoltà di
Economia e Commercio, attratto dal Cinema, decide di trasferirsi a Roma, per
dedicarsi alla regia e alla sceneggiatura. Esordito nella prima metà degli anni
Novanta con il cortometraggio “Un paradiso”, girato insieme
con Stefano Russo, nello stesso periodo lavora come ispettore di
produzione al film di Stefano Incerti, “Il verificatore”
, esperienza da lui definita “negativa”,per poi collaborare alla
realizzazione del cortometraggio di Maurizio Fiume, “Drogheria”
e del lungometraggio, “Napoletani”, mai distribuito, malgrado
avesse ottenuto il Premio Solinas. Nel 1998, collaborato con Antonio
Capuano alla scrittura della pellicola “Polvere di Napoli” , inzia
a lavorare in ambito televisivo, sceneggiando alcuni episodi della serie di Rai
Tre “La squadra“. Quindi, sposatosi con la giornalista Daniela
D’Antonio, da cui ha i figli Anna e Carlo, ingaggiato dalla
casa di produzione “Indigo Film”, per la quale realizza il
cortometraggio “L’amore non ha confini“, fra il 1998 e il 1999
scrive con Umberto Contarello la sceneggiatura de “La voce
dell’amore”, film sulla musica neomelodica napoletana, mai girato, da
affidare alla regia di Michele Placido e il corto “La notte
lunga”, coprodotto dalla Regione Lombardia per promuovere una campagna
contro l’uso delle droghe. Nel 2002, reduce dalla realizzazione del primo
lungometraggio di successo “L’uomo in più“, presentato al Festival di Venezia e vincitore dei
premi Nastro d’Argento, Ciak d’Oro e Grolla d’Oro, partecipa al
documentario collettivo “La primavera del 2002. L’Italia protesta, l’Italia si ferma“,
coordinato da Francesco Maselli. Poi, stretto un sodalizio con l’attore Toni
Servillo , gira “Le conseguenze dell’amore“, pellicola
premiata con cinque David di
Donatello e tre Nastri d’Argento, con cui si afferma presso il
grande pubblico, e , sempre con Servillo, la versione televisiva, per il
secondo canale Rai, della commedia di Eduardo De Filippo,
“Sabato, domenica e lunedì”. Quindi, dopo alcuni camei come
attore in film quali: “Il caimano” di Nanni Moretti,
dirige “L’amico di famiglia”, scelto per il Festival di
Cannes,che raccoglie minor consenso di pubblico e di critica, cui segue il
successo internazionale de “Il divo”, ispirato alla figura del
politico Giulio Andreotti , interpretato nuovamente da Toni Servillo e presenatato ancora al Festival di Cannes, dove
si aggiudica il Premio della giuria. Nel 2009, tornato al documentario,
dapprima gira per l’edizione online de La Repubblica il videoreportage “L’assegnazione
delle tende”, per testimoniare gli effetti del terremoto dell’Aquila e
poi il cortometraggio sul tema della fiducia dal titolo: “La paura
lenta”. Cimentatosi nella scrittura del romanzo “Hanno tutti
ragione“, edito da Feltrinelli , candidato ai premi Strega
e Alabarda d’Oro, nel 2010 partecipa alla pellicola collettiva “Napoli24”
con l’episodio “La principessa di Napoli”e dirige alcuni spot
pubblicitari per noti marchi di automobili e di intimo. Nuovamente protagonista
del Festival di Cannes 2011, con il suo primo film in lingua inglese “This
Must be the Place”, interpretato da Sean Penn, ottiene il
premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura, scritta insieme
con Umberto Contarello. Nel maggio
2013, portato sugli schermi della 66esima edizione del Festival di Cannes, la
pellicola “La grande bellezza”, ottiene consensi sia di
critica che di botteghino, con oltre 9
milioni di euro di incassi in Italia e oltre 20 milioni di dollari in tutto il
mondo, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Oscar per
il “miglior film straniero”. Regista
della trasposizione televisiva della commedia di Edurado De Filippo,
“Le voci di dentro“, nel 2014, anno del trentennale della
scomparsa del drammaturgo partenopeo, inizia a scrivere il soggetto della nuova
pellicola ,”Youth-La giovinezza“,dedicata al regista Francesco
Rosi , presentata nel maggio 2015 in concorso al Festival di Cannes e premiata,
successivamente, con tre European Film Awards. Autore e regista nel 2016
della serie Tv “The Young Pope”, prodotta da Sky, Canal + e
HBO, con trame ambientate in Vaticano e con protagonisti Jude Law e Silvio
Orlando, nell’aprile 2018 dirige il
film “Loro”, ispirato alla figura di Silvio Berlusconi e
interpretato da Toni Servillo, vincendo
un Nastro d’Argento per la “migliore sceneggiatura”
e un David di Donatello per la
“miglior attrice protagonista” (Elena Sofia Ricci). Di recente
sul piccolo schermo con la seconda stagione della serie Sky,incentrata
sugli intrighi vaticani, dal titolo “The New Pope”, nel maggio
prossimo compirà cinquant’anni e , a tal proposito, ha dichiarato: “Ho
sempre avuto una grande paura degli anni che passavano,ma devo dire che
paradossalmente , ora che dovrei avercela di più, ce l’ho di meno. Per motivi
misteriosi , il terrore di invecchiare è un po’ svanito. Sono pacificato e poi
incontro in continuazione persone più grandi di me, non so quanto disperate in
verità , che mi dicono: “Guarda che comincia il decennio migliore”.
Io gli credo, ma se mentono o meno lo scoprirò con il tempo”.
