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Parete e referendum: Il PD si avvia verso una nuova figuraccia

PARETE- Anche a Parete si respira aria di Sì e di No. Molti cittadini stanno valutando l’operato del governo Renzi-Alfano-Verdini, (quest’ultimi due eletti nelle fila di Forza Italia) cercando di trovare qualche punto positivo in questo governo multipolitico per poi decidere. Una decisione alquanto difficile, vista la inutilità politica del PD che per governare si affida a chi prima era avversario politico, mettendo, inoltre, in piedi una riforma costituzionale che annienta la democrazia con nominati che andranno ad occupare le poltrone del senato già come è successo con le province. Un governo, quello del trio Renzi-Alfano-Verdini, che rende la democrazia un tappeto dove potersi spazzolare i piedi, dato che l’obiettivo sembra essere togliere del tutto la possibilità al cittadino di votare e scegliersi i senatori. Oltre, chiaramente, quella di portare di nuovo un solo uomo al comando mettendo le opposizioni in un angolo.
La campagna elettorale del Presidente del consiglio nella sostanza è come prima, peggio di prima, perche’ tutte le occasioni in Italia e all’estero vengono usate per fare emergere gli appoggi dei poteri forti: economici, finanziari, politici alla modifica costituzionale del governo Renzi. Obama e’ solo l’ultimo della serie dei sostenitori. Tutto questo serve a costruire un clima di appprensione nell’opinione pubblica, tende ad esercitare una pressione politica e psicologica forte. Una sorta di ricatto sull’opinione pubblica ottenuto prefigurando sfracelli in caso di vittoria del No. Ci sono almeno due problemi sollevati da questi interventi di poteri forti a gamba tesa a favore delle modifiche della Costituzione. Il primo e’ di principio e riguarda la sovranita’ democratica del nostro paese, i cui cittadini hanno diritto di decidere liberamente del loro futuro e delle regole che li riguardano. Il secondo riguarda le ragioni che portano poteri finanziari ed economici internazionali ad intervenire direttamente, ad agire sullo stesso piano dei soggetti politici, per chiedere di modificare le Costituzioni uscite dalla seconda guerra mondiale, ritenute troppo partecipative e democratiche.
Con questa riforma chi ha la maggioranza può decidere senza il timore di venire bloccato da contropoteri, tanto meno dal parlamento che viene ridotto ad organo di ratifica con buona pace della democrazia fondata sulla divisione dei poteri. Le decisioni debbono essere inappellabili e i cittadini debbono rassegnarsi. Il tentativo di Renzi di cambiare la Costituzione, malgrado questo parlamento non abbia la legittimità di farlo, rientra in questo quadro di riduzione della democrazia in nome della decisione rapida. In realtà questa rapidità serve a garantire acquiescenza, soggezione. Per di più e’ ormai chiaro che il governo sta tentando in tutti i modi di rinviare le scelte dolorose che riguardano i conti pubblici nel timore di reazioni sociali e politiche pesanti.
I deputati eletti con un premio di maggioranza, che può arrivare a raddoppiare nel ballottaggio il numero dei deputati rispetto ai voti ottenuti al primo turno, ha il compito di garantire così in partenza al governo il via libera della Camera ai suoi provvedimenti. Ricordiamo che la Camera dei deputati è la sola che dà e toglie la fiducia, ai provvedimenti. Un governo che decide perfino l’agenda dei lavori della Camera, non solo per l’uso smodato dei decreti legge come avviene già oggi, ma soprattutto per l’introduzione di un nuovo istituto che prevede che i progetti di legge dichiarati importanti dal governo debbono essere approvati entro 70 giorni. Il nome del candidato presidente del consiglio sarà sulla scheda elettorale e in particolare in caso di ballottaggio ci sarà uno spareggio tra due nomi che renderà difficile se non impossibile formare un nuovo governo in caso di crisi del governo in carica e quindi ritornerà il ricatto di nuove elezioni ad ogni piè sospinto. Anche i poteri del Presidente della Repubblica si ridurranno di fatto.
In realtà il 4 dicembre non si voterà solo sulle modifiche della Costituzione ma anche sulla legge elettorale. Perchè l’Italicum ha senso solo se passa questa deformazione della Costituzione, altrimenti occorrerà riscrivere una nuova legge elettorale che per di più tenga conto della sentenza della Corte costituzionale, non solo per quanto riguarda premio di maggioranza e ballottaggio ma anche per un meccanismo che prevede in pratica che I due terzi degli eletti saranno in realtà nominati dal capo del partito. Queste e tante altre ragioni devono invogliare i cittadini di Parete a dire No al referendum, perché in gioco c’è la democrazia che il PD vuole trasformare a suo piacimento.
Alla luce di quello che è successo nell’ultima tornata elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Parete, che ha visto i democratici perdere con uno scarto di oltre mille voti, per il PD paretano si preannuncia, anche in questo referendum, una grande figuraccia di numeri, perché i No sono una maggioranza che mette in super minoranza il PD.

Redazione

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