Sono i politici professionisti che hanno reso l’Italia povera

ROMA- In queste ore si leggono numerosi commenti sulla nascita del nuovo governo. Tutti commenti indirizzati a screditare l’operato che stanno mettendo in campo Lega e M5S per formare il nuovo governo.

Sono i politici professionisti che hanno reso l’Italia povera

ROMA- In queste ore si leggono numerosi commenti sulla nascita del nuovo governo. Tutti commenti indirizzati a screditare l’operato che stanno mettendo in campo Lega e M5S per formare il nuovo governo. Volgari giornalisti e commentatori continuano a definire principianti chi si sta prodigando per la costruzione di una struttura programmatica da portare avanti per i prossimi cinque anni. Oltre ai commentatori dei media ci sono i politici, che dal canto suo, visto il pericolo di perdere il potere, hanno iniziato a dire cosacce poco nobili su chi fa la differenza e sta concentrando le attenzioni solo ed esclusivamente sugli interessi dei cittadini, mentre loro hanno posto solo attenzione sugli interessi propri, dei partiti e delle lobby di potere.
Bisogna tenere sempre in conto che chi ha fatto politica finora ha portato il paese sull’orlo del precipizio. Oggi le condizioni del paese sono asfissianti, e i colpevoli sono quelli che in questi ultimi dieci anni hanno governato la nazione. Sono proprio questi professionisti della politica, che guardando solo ai propri affari, hanno trascinato l’Italia in povertà. Mentre loro guadagnavano dodicimila euro al mese, agli italiani chiedevano sacrifici, ma loro non hanno fatto uno solo di sacrifici.
Ora il duo Salvini Di Maio, sta tentando di mettere insieme diversi punti programmatici che hanno al centro solo l’interesse del cittadini, e questi punti servono per ridare forza e consistenza ad un paese che esce con le ossa rotta dopo cinque anni di governo PD, dal disastro di governi di centrodestra e centrosinistra, e i tanti governi tecnici che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni, ed erano tutti grandi professionisti della politica. C’è un detto che dice: “Il ciuccio chiama orecchie lunghe il cavallo”.