ROMA- Il linguaggio prima della campagna elettorale dei leader dei partiti storici nei confronti del M5S è stato becero e inqualificabile. Erano parole utili a demolire la forza del movimento per cercare di annientarlo. Non è successo, anzi, è stata una caporetto. Il sud ha costruito la geografia del vecchio regno delle due sicilie, tanto che ora tutti, con lo stesso becero linguaggio, tentano di inchiodare i cittadini meridionali con attribuzioni che solo la bocca sporca piena della sconfitta può esprimere. Dicono, lor signori e i loro servitori che ruotano intorno al partito per un contentino, che il sud ha votato in massa il M5S perché vuole il reddito di cittadinanza.
Questi partiti, nonostante la sconfitta, continuano ad essere sporchi. Il reddito di cittadinanza o sussidio vero alle fasce deboli, esiste in tutta Europa, tranne che in Italia e Grecia. È un sistema di sostegno per evitare che una persona o una famiglia possa trovarsi in una situazione di disagio nel momento in cui perde il lavoro. Credo che sia la cosa più giusta da fare se la politica è al servizio dei cittadini e non a servizio di se stessa.
Per quanto riguarda il , gli inutili politici e i loro servitori dovrebbero sapere che è sempre stato messo in condizione di disagio. È chi li ha posti in sottomissione sono stati proprio i partiti, che hanno dimenticato che in Italia esiste anche il mezzogiorno. Ma per questi inutili politici, il sud sottomesso era un bene e non un male, quindi più sta male più porta voti. Finora è stato così perché non c’era un’alternativa valida al sistema consolidato. Ora è giunta l’alternativa, appunto il M5S, e i cittadini meridionali in massa hanno votato l’alternativa cancellando i vecchi e ingloriosi partiti tradizionali.
IL sud ha sempre chiesto lavoro, sicurezza, dignità. La risposta è sempre stata abbandono, menefreghismo, e clientelismo da parte di chi governava. Speriamo che la lezione sia servita, e fatto capire che per ora il sud ha ricostruito il regno delle due Sicilie, ma è pronto a costruire una nuova unità d’Italia ma, questa volta, va a riprendersi tutto quello che gli è stato sottratto dall’unità d’Italia a oggi.