Spread a 250: è dittatura economica
ROMA – Non dobbiamo dare retta a partiti ingloriosi come PD e FI, i maggiori, e nemmeno tutti quelli che fanno parte della schiera dei partiti e politici tradizionali. È sotto gli occhi di tutti che lo spread a 250 è una manovra contro il cambiamento.

ROMA – Non dobbiamo dare retta a partiti ingloriosi come PD e FI, i maggiori, e nemmeno tutti quelli che fanno parte della schiera dei partiti e politici tradizionali. È sotto gli occhi di tutti che lo spread a 250 è una manovra contro il cambiamento. Non si spiega altrimenti, poiché il nuovo governo ancora non è nato e ancora non ha preso nessun provvedimento, quindi non può essere responsabile di nulla. Semmai la colpa di questo spread così alto può essere attribuita solamente a chi ha governato finora, non ci sono altre spiegazioni.
Al contrario, questa manovra è vista come una intromissione negli affari interni dell’Italia da porti dei poteri finanziari e bancari. Non c’è altra logica che porti differenti supposizioni. Siamo dinanzi ad una preoccupante situazione. Quello che sta succedendo dimostra in pieno che ci sono poteri occulti che pilotano le intenzioni dei governi, e vanno contro ogni sovrana democrazia espressa dal popolo.
Vogliono dimostrare al nuovo governo che chi comanda sono loro, e se decidono chi deve starci e chi non deve starci. Quello che sta succedendo in queste ore è uguale a quello che successe durante l’ultimo governo Berlusconi. Siamo dinanzi ad una dittatura economica, che impone e decide ciò che deve avvenire in un paese. Lo spread prima dell’euro nessuno lo conosceva, poi è diventato il pilota delle economie interne di ogni nazione, ed è diventato lo strumento capace di comandare anche gli uomini al potere. Chi ha governato finora si è piegato allo spread mettendosi dalla sua parte e abbandonando i cittadini a se stessi, dimostrando di essere complici del sistema.