“Enzo Jannacci : il medico cantautore”In evidenza
29 marzo 2013 . Milano , quartiere Portello , periferia operaia della “capitale del business” . Alba fosca e grigia , che preannuncia un Venerdì

29 marzo 2013 . Milano , quartiere Portello , periferia operaia della “capitale del business” . Alba fosca e grigia , che preannuncia un Venerdì di Passione e di pioggia . Tempo di Pasqua : tempo di vacanze , per pochi ; di lavoro e sacrificio quotidiano , per molti . Nei pressi di una piazzola , seduto su una panchina accanto alla fermata del tram , Alberto , un barbone di settant’anni , avviluppato in un logoro montgomery , legge ad alta voce la prima pagina di un quotidiano gratuito , distribuito ai passanti da due giovani e assonnati corrieri : “E’ morto Enzo Jannacci , cantante e poeta surreale” . Assente , con gli occhi bassi inondati dalle lacrime , stringe e appallottola tra le mani l’infausto foglio di giornale . Dopo qualche secondo di torpore , viene ridestato dall’ empito del claxon di una BMW : “Buongiorno , signore ! ; saprebbe indicarmi la strada per raggiungere l’aeroporto ? . Sa , sono un meridionale in trasferta al nord e , con il navigatore satellitare in tilt , mi sono perso ! “ . “ Eh ? “ , quegli risponde , “Dice a me ? … l’aeroporto …. , l’aeroporto ? …..si, mi porti all’aeroporto , salgo sulla macchina : è forte questa , è forte la macchina ! “ . In un attimo , l’automobilista frastornato acquisisce un imprevisto compagno di viaggio . “ Be’ , visto che si è accomodato , mi metterei in marcia , ma prima voglio presentarmi : mi chiamo Luigi Romani e , in Borsa , qui, a Milano , faccio l’agente di cambio . E lei , chi è ? , qual è il suo nome ? “ . “ Alberto ! , faccio …. sono un barbone , non l’ha intuito? …. quanti cavalli ha il motore di questo gioiello ? . Eh , un secolo fa , negli anni Sessanta, montavo i motori delle automobili , lavoravo alla catena di montaggio dell’Alfa Romeo ….avevo vent’anni ….ed ero venuto in treno dalla Puglia per cantare ! . Mi presentavo ai produttori delle case discografiche della “ Madonnina “, ma niente : soltanto porte in faccia ! . In fabbrica , sarei dovuto stare un paio di mesi , perché il successo sarebbe arrivato presto e sarei tornato giù nel sud ricco , famoso e con un sogno avverato ! . Invece , non è andata così : la fortuna e la fama non le ho incrociate e in quella fabbrica ho passato otto anni della mia esistenza ! . Otto anni , tutti i giorni ad avvitare e a svitare bulloni ….poi , ho detto basta! . Rifiutavo l’idea di costruire macchine con cui gli altri sarebbero andati in capo al mondo , mentre io , per ottantasei mila lire , sarei rimasto in città a sgobbare come uno schiavo ; mi accorgevo di aver dimenticato il colore del cielo o il sapore dei frutti di stagione e , ciò, mi spaventava . Dunque , mi licenziai e iniziai a vivere alla giornata , senza l’incubo del denaro , delle scadenze , senza l’obbligo , imposto dalla società consumistica , di essere “produttivo” . Sapesse quante cose si scoprono ,osservando le persone dalla strada ! ; s’impara a distinguere la tristezza vera dal capriccio , l’affetto puro da quello interessato , a riconoscere insomma : l’umanità ! . A proposito , ha saputo la notizia ? : Enzo Jannacci è morto !. Ora , posso dire di essere veramente solo ! . Enzo era un amico , un amico sincero ! . Lo incontrai nella metà degli anni Sessanta , quando la sua popolarità era all’apice : una domenica mattina , si avvicinò a me in piazza del Duomo e , vincendo la mia scontrosità , riuscì a farsi raccontare la mia storia , che appresi essere ,in parte , uguale alla sua . Enzo nacque a Milano il 3 giugno del 1935 , da padre pugliese , ufficiale dell’aeronautica in servizio all’aeroporto “Forlanini /” e , da madre lombarda . Nel 1954 , diplomatosi al liceo scientifico e al Conservatorio , dove studiò pianoforte , armonia, composizione e direzione d’orchestra , s’iscrisse alla facoltà di Medicina , continuando a coltivare i suoi interessi in ambito musicale . Attratto , infatti, dal jazz di Chuck Berry , Chet Baker , Stan Getz, Gerry Mulligan e Franco Cerri e dal rock and roll di Elvis Presley , nel 1956 , entrò , in qualità di tastierista, nel gruppo dei “ Rocky Mountains “ e in quello dei “Rock Boys “ , fondato dal cantante Adriano Celentano . Con queste formazioni si esibì in numerosi locali milanesi : “Taverna Mexico” , “Aretusa” , “Club Santa Tecla “ , ma l’esordio di fronte al grande pubblico avvenne al Palazzo del Ghiaccio , il 17 maggio del 1957 , debutto scandito dalle note di : “ Ciao ti dirò “ . Alla fine del 1958 , intraprese il sodalizio artistico con l’amico Giorgio Gaber , con cui fondò il duo canoro “ I Due Corsari “ e , fra il 1959 e il 1960 , incise i quarantacinque giri : “Non occupatemi il telefono “, “ Birra “ , “ Fetta di limone “ e “ Tintarella di luna “ . Nel 1961 , dato l’addio al clan di Celentano e allo stesso Gaber , proseguì la carriera da solista , alternando la scrittura di testi surreali ( “ L’ombrello di mio fratello “ , “ Il cane con i capelli “ )a quella di brani delicati e introspettivi ( “Passaggio a livello “ , “ Il Giramondo “ , “ Un nano speciale “ , “L’artista “ ) . Accortosi di possedere doti d’ intrattenitore e di umorista , con il guitto Dario Fo e i comici Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto , iniziò a frequentare il “ Derby “ , nota sala di cabaret della città meneghina e a cimentarsi in recital teatrali in dialetto milanese quali : “Milanin Milanon “ del regista Filippo Crivelli , nel corso del quale cantava la canzone “Andavo a Rogoredo “ . In quel periodo , non disdegnò neppure il cinema ,offrendosi per comparsate e piccoli ruoli in film d’autore o disimpegnati ( “ La vita agra “ di Carlo Lizzani , 1963 ; “ Quando dico che ti amo “ di Giorgio Bianchi , 1967 ) . Poi , nel 1964 , forse ispirato dalle nostre chiacchierate , incise il disco : “ La Milano di Enzo Jannacci “ , con i brani “ El portava i scarp del tennis “ ( in dialetto milanese) , “Veronica “ ( con testo di Dario Fo e Sandro Ciotti ) e “ Sfiorisci bel fiore “ . Proprio assieme a Dario Fo recitò nei teatri le sue “ 22 Canzoni “ , pubblicate nell’LP intitolato : “ Enzo Jannacci in teatro “ . Nel 1966 , mi parlò del padre e del suo ruolo attivo nella Resistenza milanese : dalla conversazione scaturirono i brani “ Sei minuti all’alba “ e “ Soldato Nencini “ . Nel 1968 ,Enzo, presentò nel programma televisivo “ Canzonissima “ , agguerrita gara canora del sabato sera , la canzone : “Vengo anch’io . No , tu no “ composta insieme con Dario Fo e Fiorenzo Fiorentini che ,per settimane , guadagnò consensi , aggiudicandosi il podio nell’ “ Hit Parade” di Lelio Luttazzi , malgrado la censura delle strofe sulla dittatura del congolese Mobutu e sulla tragedia dei minatori di Marcinelle . Tuttavia, Enzo e Dario Fo non si arresero alla moralizzazione dei costumi comminata dagli autori della RAI e sfidarono ancora il buon senso e il pudore democristiani , portando in gara il brano : “ Ho visto un re “ , filastrocca, in apparenza, semplice e orecchiabile che , in un viluppo di metafore a sfondo politico , prendeva di mira i detentori del potere . Dinanzi all’ennesima epurazione , deluso, mi comunicò due decisioni importanti : si sarebbe sposato ( il 23 novembre del 1968) e si sarebbe trasferito in Sudafrica e negli Stati Uniti , al seguito dell’equipe del professor Barnard , per specializzarsi in cardiochirurgia . Enzo, non aveva mai abbandonato gli studi e aveva conseguito la laurea in medicina , nonostante i numerosi ingaggi artistici . Ogni volta che veniva a trovarmi in piazza del Duomo e , lo ha fatto fino a tre settimane fa , mi visitava , controllava che fosse tutto apposto, che non fossi malato . Tirava fuori dalla borsa lo stetoscopio e mi diceva serio , magari dopo aver recitato una composizione strampalata delle sue in dialetto : “ Dica 33! “ . Soffrì l’insuccesso e l’esilio dalla televisione ? : non saprei ! ; so , però, che , negli anni dell’oblio , non smise di cercare l’ispirazione e le collaborazioni eccellenti ( Paolo Conte) , per realizzare canzoni raffinate come : “ Messico e nuvole “ , “ Ragazzo padre “ ( riflessione sulla situazione dei padri separati o non sposati ) e “ Faceva il palo “ ( satira su un goffo e impacciato ladruncolo milanese ) . Nella lotta per la sopravvivenza creativa , i suoi alleati furono : il cinema e il teatro . Fra il 1970 e il 1971 , sul grande schermo impersonò, nella pellicola di Mario Monicelli : “ Le coppie “ , Gavino Puddu , venditore di castagnaccio oberato di debiti che costringe la moglie ( Monica Vitti ) a prostituirsi e, nel film di Marco Ferreri : “ L’udienza “ , Amedeo , ufficiale in congedo disposto a morire pur di essere ricevuto dal Papa . In teatro , fu protagonista delle piéces del giornalista Beppe Viola : “ La tapparella “ e dell’atto unico diretto dall’attrice Franca Valeri , “ La cosiddetta fidanzata “ , nonché regista e autore de : “ Il poeta e il contadino “ , i cui brani ( “ E la vita , la vita “ , “ Canzone intelligente “ , “ La gallina “ , “ L’uselin della comare “ ) approdarono , nel 1974 , a “ Canzonissima “ , grazie agl’interventi comici della coppia “ Cochi e Renato” . Nel 1975 , Enzo registrò ancora un disco di collaborazioni ( Tullio De Piscopo, Beppe Viola , Bruno De Filippi , Chico Buarque de Hollanda ) : “ Quelli che…”, la cui uscita fu preceduta da un video in cui pattinava per il centro di Milano . Nel 1979 , ricominciò a girare l’Italia con una serie di concerti dal vivo , coadiuvato dal cantautore Paolo Conte con cui scrisse le canzoni : “ Bartali “ e “ Sudamerica “ . Dopo la pubblicazione del brano : “Ci vuole orecchio “ ( 1980) , che segnò il debutto del figlio Paolo , nato il 5 settembre del 1972 , come musicista e direttore d’orchestra , si dedicò alla composizione di colonne sonore per il cinema ( “Romanzo popolare “ di Mario Monicelli , 1974 ; “ Pasqualino sette bellezze “ di Lina Wertmuller , 1975 ; “L’Italia s’è rotta “ di Steno , 1976 ; “ Saxophone “ di Renato Pozzetto , 1978 ; “ Piccoli equivoci “ di Ricky Tognazzi , 1988 ) . Dal 1989 al 1998 ,partecipò al Festival di Sanremo con le canzoni , premiate dalla critica ( “Se me lo dicevi prima “ , “La fotografia” , “I soliti accordi “ , “ Quando un musicista ride “ ) e , nel 2000 , rese omaggio al padre con il disco : “Come gli aeroplani “ e celebrò il jazz e la sua carriera d’artista negli album “ L’uomo a metà “ (2003) e “ The best 2006 “ (2006) . Una mattina di dicembre del 2003 , mi disse che sarebbe andato in pensione , gli risposi : “ Come cantautore o come medico ? “; replicò “ Come cantautore , mai ! “ . Peccato che quell’ entusiasmo sia stato subito soffocato da una triste notizia : il 1 gennaio si spense Giorgio Gaber . Enzo , a una settimana di distanza , commentò così l’avvenimento : “ Ho perso un fratello ; eravamo tremendi , stonati …. Volevamo fare un duo tipo Everly Brothers , ma eravamo negati , un disastro , con il risultato che facevamo sketch più che canzoni ! “ . Ora che se n’è andato chi si prenderà cura di me ? , chi mi domanderà come sto ? . La camera ardente è al Teatro Dal Verme e i funerali si terranno il 2 aprile nella basilica di S Ambrogio , ma io non ho il coraggio e la forza di andare lì !…. . Senta , Luigi , lei è stato gentile a farmi salire a bordo della sua macchina , ma non intendo disturbarla oltre…. sarà meglio che arrivi da solo all’aeroporto ; per favore , mi faccia scendere , si fermi qui ! “ . Poi , al termine di un lungo silenzio , aggiunge : “Si è fatto tardi ed Enzo mi aspetta in piazza del Duomo : se non mi vede arrivare si preoccupa ! . Appena possibile , l’automobilista , turbato, accosta al marciapiede la BMW e saluta il senzatetto , infilandogli , di nascosto , nella tasca destra del montgomery una manciata di euro . Alberto , il vagabondo , aperta la portiera della vettura , si allontana , barcollando e cantando trasognato un malinconico ritornello : “ El portava i scarp del tennis / El parlava de per lù / rincorreva già da tempo / un bel sogno d’amore / El portava i scarp del tennis / El gl’aveva dù oeucc de bon / l’era el primma mena’ via / perché l’era un barbon” .