Mar. Mar 28th, 2023

Il flop delle sardine a Napoli è un colpo a un movimento nato all’improvviso per fare campagna contro Matteo Salvini, ma di sostanza non ha nulla. Un giovanotto dell’Emilia Romagna ricca, che vuole dettare leggi al sud solo perché ha riempito quattro piazze. Le piazze che ha riempito non erano di certo formate da cittadini comuni, ma solo simpatizzanti di questa e quell’area politica di sinistra chiamati a raccolta per contestare Salvini. Napoli non è Bologna, il Mezzogiorno non è l’Emilia, sono due realtà differenti all’interno della stessa nazione. La sbandierata democrazia di Sartori non funziona al sud. Stesso flop anche in Puglia, segno che i meridionali non si fidano dei nordisti che vogliono catturare la loro intenzione solo per incamerare voti.

Al sud ci sono problemi seri da risolvere. Il primo problema è il lavoro, mentre le sardine vogliono parlare dell’abolizione dei decreti sicurezza fatti da Salvini. Cosa importa al popolo meridionale dei decreti sicurezza, a loro interessa come mettere un piatto sulla tavola due volte al giorno. In Emilia Romagna questo problema non c’è. Il movimento delle sardine è nato in chiave anti-Salvini, passato a far da stampella al Pd e ridotto a sit in di poche decine di persone. Quella caciara iniziale si è già spezzata, e quello che doveva essere il movimento di piazza, si è rivelato ben presto un movimento inconsistente e che tutti iniziano ad ignorare. Può darsi che nella rossa Emila continueranno a riempire le piazze, ma al sud troveranno sempre un muro impenetrabile, poiché proprio la sinistra e il PD hanno causato i maggiori danni al popolo meridionale, visto che molte delle regioni del sud sono state governate per la maggiore dal centrosinistra.

Sono due contesti territoriali ben diversi: il nord da sempre non ha problemi, il sud non riesce mai ad uscire dai problemi. Evidentemente le sardine non hanno fatto i conti con questa triste realtà.