Mar. Set 26th, 2023

ROMA- Corruzione, omertà, menefreghismo nei confronti della “cosa pubblica”, politici, banchieri, dirigenti gruppi di potere, tutti assetati di denaro che fanno di tutto per farne di più, anche lucrare sulla salute di chi sta morendo. Quello che è stato scoperchiato a Salerno, se fosse confermato e fatta piena luce sui fatti contestati, darebbe la misura su come questo paese è composto da gente senza scrupoli, che pur di fare soldi è capace di andare a toccare i guai di malati terminali.

Allora cosa si fa, si chiedono in tanti, tutto, se si vuole. In primo luogo chi ha commesso questi soprusi nei confronti di chi lotta tra la vita e la morte, va condannato all’ergastolo. Ma non quello normale previsto per legge, ergastolo a vita, non devono mai più uscire di galere. Non ci possono essere difese pure da parte dei più illustri luminari dell’avvocatura, questi soggetti sono indifendibili.

Ma ci rendiamo conto: a Salerno si chiedevano i soldi per antipicare le operazioni. È chiaro che i familiari per salvare un bambino, un giovane, un padre e di una madre, avrebbero fatto debiti pur di salvargli la vita. Invece medici senza scrupoli e con il cuore di pietra, chiedevano 1500 fino a 6000mila euro per taroccare le  liste di attesa. Però gli interventi venivano comunque pagati dal servizio sanitario nazionale perché figuravano in intramoenia.   Una prassi diffusa di cui erano vittime i pazienti con patologie molto gravi (meningiomi, neoplasie cerebrali, problemi spinali, metastasi al cervello, neurinoma dell’acustico), insomma, persone che ogni giorno vedevano la morte in faccia.

Con la salute di chi soffre non si può speculare, allora una volta condannati buttare la chiave della cella e non farli uscire nemmeno per una boccata d’aria.